Non è cambiato molto riguardo alla Consulta Giovanile di Messina e la proposta di delibera preparata dall’Amministrazione Comunale che aveva ricevuto i pareri dalle 6 municipalità.
Il Consiglio Comunale la ha approvata recentemente con 15 voti favorevoli, 2 astenuti e 2 contrari.
Tra i contrari i consiglieri del Partito Democratico Felice Calabrò ed Antonella Russo che hanno espresso diversi rilievi, non accolti dalla maggioranza, tra gli astenuti il consigliere Libero Gioveni e il consigliere Dario Carbone di Fratelli d’Italia, assente invece il loro collega Pasquale Currò.
Facciamo un po’ di storia. Questa non è la prima volta che si approva il regolamento della Consulta giovanile, cui finora però non è mai stata data esecuzione.
Il primo regolamento fu approvato dal Consiglio Comunale nella scorsa consiliatura sotto proposta del gruppo M5S, realizzata dai consiglieri M5S Cristina Cannistrà e Pippo Fusco.
Questa approvata adesso è la modifica proposta dall’Amministrazione Basile. Una modifica che cambia molto, nella sostanza, il senso del precedente testo approvato dal precedente Consiglio Comunale.
Una piccola miglioria è stata apportata dal Consiglio Comunale con la sostituzione nel testo, come membro dell’Assemblea permanente, del Sindaco, con un consigliere comunale della Commissione che si occupa di politiche giovanili. Ma davvero poco, perché le critiche fatte tanto dal PD, quanto dal consigliere della IV municipalità Gabriele Ferrante e dai giovani di Messinerà vertevano sulla necessità di autonomia dei giovani della Consulta, e dal momento che prenderà parte all’Assemblea anche l’Assessore alle Politiche giovanili
La presenza di qualsiasi esponente politico non espressione dei giovani della Consulta, anche se senza diritto di voto, soprattutto se ascrivibile alla Giunta o alla maggioranza consiliare, potrebbe influenzare le posizioni dell’organo.
Un altro punto sollevato da Ferrante era quello relativo alla parte del documento che riportava i pareri, che pur con una leggera modifica, sembra ancora non del tutto congruente con la realtà.
Il Consigliere Calabrò ha fatto notare in aula appunto, che forse sarebbe stato meglio riscrivere la proposta, per via anche delle questioni di forma che presenta.
La proposta di modifica esitata in Commissione per Ferrante conteneva “una irregolarità nella procedura amministrativa: nelle premesse si cita il parere favorevole delle sei Municipalità, il ché risulta falso dato che alla Quarta Municipalità, ad esempio, abbiamo dedicato tempo e studio per approfondire la questione nella III Commissione e dal Consiglio non ne è uscito un parere favorevole, così come accaduto alla III Municipalità”.
Quindi diceva “ai Consiglieri Comunali che voteranno per portarla in Consiglio per il voto di approvazione finale è stata riferita una circostanza che non corrisponde alla realtà, spero non sia minato il loro libero convincimento con questo evidente errore sostanziale”.
Altra questione quella dei pareri che può emettere la Consulta, che tutti i citati chiedevano fossero obbligatori, anche se non vincolanti, per le questioni inerenti le politiche giovanili affrontate dal Consiglio Comunale.
Il documento approvato, per i consiglieri PD è stato presentato “come se fosse la prima istituzione della Consulta giovanile, quando invece il relativo regolamento era stato votato dal Consiglio comunale lo scorso 13 settembre 2021, la proposta di delibera che approva, per l’appunto, il Regolamento per Consulta giovanile della Città di Messina”.
“Peraltro, – aggiungono – la modifica al regolamento precedente, che si è sentito il bisogno di cambiare dopo un solo anno, senza che invece sia stato messo in condizioni di essere operativo, non ha fatto altro che peggiorare il precedente atto. Come gruppo del PD abbiamo tentato di restituire dignità alla Consulta giovanile, ma senza risultato, visti i numeri da maggioranza bulgara che la giunta Basile vanta in Aula. Abbiamo tentato di eliminare l’ingerenza dell’amministrazione comunale nell’attività della Consulta, davanti al tentativo iniziale che addirittura anche il Sindaco e l’assessore al ramo fossero inseriti in seno all’organismo, ma non ci siamo riusciti; con la conseguenza che ci sarà un rappresentante dell’Istituzione comunale tra i giovani partecipanti della Consulta, e questo minerà certamente la libertà e l’autonomia della Consulta stessa”.
Una questione posta nella discussione in Consiglio Comunale dal Consigliere Calabrò era inoltre l’incompatibilità del Dott. Salavtore De Francesco nel ruolo sia il proponente della delibera, sia di sostituto del Segretario Generale in assenza della segretaria Rossana Carrubba.
Insomma, una decisione, quella del Consiglio Comunale, che desta tanti dubbi e tanti punti di discussione. Nonostante le modifiche e la presenza importante di esponenti politici all’interno dell’Assemblea, riusciranno i giovani che vi prenderanno parte a mantenersi liberi e autonomi nell’esercizio del loro pensiero e delle loro deliberazioni?
Eloquente l’intervento dell’Assessora Liana Cannata rivolgendosi alla stampa:
“Si tratta di un regolamento che, rispetto al precedente testo, ha introdotto criteri giuridici di uniformità e omogeneità, rendendolo più chiaro. Non c’è alcuna intenzione di politicizzare la Consulta ma, anzi, di dare attuazione a questo organismo per portare avanti le istanze dei giovani. La presenza di un consigliere comunale, che in commissione si occupi di tematiche affini, e dell’assessore competente nasce dall’esigenza di creare un’interlocuzione con i giovani. Un modo per non lasciare che le loro proposte rimangano lettera morta. I rappresentanti politici non hanno diritto di voto ma saranno presenti per dialogare e confrontarsi”
Secondo l’Assessora, resterebbero lettera morta le deliberazioni e non verrebbero prese in considerazione senza la presenza in assemblea di membri della Giunta e del Consiglio.
Ci chiediamo, ma non si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato rendendo obbligatorio il parere della Consulta nei temi che interessano i giovani e rendendo magari obbligatoria anche l’audizione di delegati della Consulta in Commissione consiliare, in modo da creare un confronto diretto con il Consiglio e con la Giunta in sede istituzionale, ma al di fuori dell’Assemblea della Consulta, mantenendo libera la formazione del convincimento dei membri dell’organo giovanile comunale?