“Lavinia è luce”… Scrivono gli amici di Lavinia Marano, la giovane messinese morta di parto nel 2016.
“Abbiamo proposto la fiaccolata in ricordo di Lavinia Marano per due ragioni; la prima è ricordare una persona che ha rappresentato positivamente la città di Messina con il suo talento e il suo altruismo, e la seconda per mantenere accesa simbolicamente la luce della speranza in una giustizia che sia equa per tutti.
Lavinia è nata nel 1972, ha vissuto gran parte della sua vita a Messina, a parte un periodo relativamente lungo a Milano. Ha deciso di tornare a Messina perché probabilmente a questa città sentiva di appartenere ed era felice, soprattutto quando apprese di aspettare un bambino. Ha sempre dimostrato grande altruismo, principalmente per i tanti randagi della città di Messina e per questo le è stato dedicato un Memorial a palazzo Zanca.
Lavinia muore il 23 Settembre del 2016 al Policlinico di Messina, in un giorno che invece avrebbe dovuto essere il più felice della sua vita, la nascita del suo primo figlio. La fiaccolata è passata davanti al tribunale di Messina, dove nel dicembre 2022 è stata pronunciata una sentenza che molti hanno definito come oscura. Una sentenza che nonostante le condanne minime inflitte solo a quattro degli imputati, favorisce il Policlinico egli imputati stessi. Durante il dibattimento è stato dimostrato il dolo ma, incredibilmente il capo di imputazione è rimasto colposo. Ricordiamo che Lavinia muore dopo dieci ore di incurie per uno degli eventi più comuni dopo un parto: l’emorragia post partum. Muore dopo tre interventi che ne hanno peggiorato le condizioni irreversibilmente.
Sempre durante il dibattimento è stato dimostrato il falso in cartella che prevede fino a dieci anni di reclusione, ma neanche questo è stato considerato dal PM e dal giudice. Un anno di reclusione (pena sospesa), nessun risarcimento neanche per il bambino che ha perso una giovane madre che lavorava regolarmente, e spese legali che sono ridicole solo a menzionarle dopo sei anni di processo; questo il sommario di una sentenza che ancora dopo mesi non è stata depositata e che quindi trascina il processo alla prescrizione certa. Ricordiamo il caso Cucchi noto anche per la foto di quel volto martoriato; se avessimo pubblicato la foto di Lavinia immediatamente dopo il trattamento dei medici che la avevano in custodia, la popolazione sarebbe rimasta inorridita. Non l’abbiamo mai scattata quella foto, rimane viva nella nostra memoria”.