Beni culturali: archeomafie e la case history della “Testa di Ade” tornata in Sicilia

Gli alunni dell’Istituto comprensivo di Santa Teresa di Riva, diretto da Enza Interdonato, hanno incontrato nel week end l’archeologa Serena Raffiotta, grazie all’iniziativa organizzata dall’associazione ‘Ulisse’ nell’ambito del progetto Giovani cittadini europei, finanziato dal dipartimento della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e promosso dall’associazione stessa. Alle due giornate hanno partecipato anche gli studenti del plesso scolastico di Sant’Alessio. L’evento è stata l’occasione per ricordare il compianto Sebastiano Tusa. 

L’educazione al patrimonio culturale è un aspetto importante nella formazione dei ragazzi e, partendo da questo, la riflessione si è concentrata sulla ricerca archeologica, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e il suo valore identitario. L’analisi del caso studio di Morgantina ha permesso di analizzare anche il fenomeno delle archeomafie e l’importanza della ricontestualizzazione dei reperti trafugati. 

‘LA TESTA DI ADE’ – La dottoressa Raffiotta ha narrato le vicende che hanno consentito il recupero della ‘Testa di Ade’ dal Paul Getty Museum di Los Angeles, attraverso una rocambolesca vicenda fatta di intuito, perseveranza e coraggio: durante gli scavi a Morgantina fu rinvenuto un ricciolo blu che venne catalogato tra I reperti del magazzino del locale museo. Lì, Serena Raffiotta, lo ha ritrovato dopo anni di oblio e, grazie ad un attento studio bibliografico basato sul testo di un’amica archeologa, ha recuperato una corrispondenza di colori e forme proprio con una scultura conservata presso il Getty Museum. “Con grande intuito organizzammo una corrispondenza con gli archeologi statunitensi – ricorda la studiosa –  durante la quale riuscimmo a collocare il ricciolo nella barba della scultura rimasta integra, ottenendo così ad la restituzione dell’opera d’arte”. Grazie, infatti, alla caparbietà della Raffiotta la ‘Testa di Ade’ è tornata in Sicilia al Museo di Aidone. 

“Siamo orgogliosi di avere dato vita a un focus su questi temi, molto importanti per la crescita culturale dei ragazzi delle nostre scuole – afferma il presidente di associazione ‘Ulisse’ Carmelo Cutrufello -. “Il patrimonio culturale rappresenta un’occasione irrinunciabile per lo sviluppo del territorio e per l’acquisizione di competenze – prosegue -; vogliamo che i nostri giovani colgano le possibilità per costruire il loro futuro professionale in Sicilia, aspirando anche a lavori di altissimo profilo. Nel settore dei beni culturali oggi servono molteplici competenze, da un’ottima conoscenza della lingua inglese, alla capacità di sfruttare le nuove tecnologie sia nella programmazione informatica che nelle scienze applicate come fisica e chimica”.

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