Raddoppio Fs, prima pietra a Taormina. Salvini: “Finita la stagione dei no”

Avviati i lavori del raddoppio ferroviario della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla tratta Catania-Messina, parte integrante della nuova potenziata linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina. Presenti nel cantiere allestito a Taormina, nella frazione Trappitello, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il presidente della Regione siciliana Renato Schifani,l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Alessandro Aricò, ilsindaco di Taormina Mario Bolognari, il sindaco metropolitano Federico Basile, il prefetto di Messina Cosima Di Stani, il commissario straordinario dell’opera Filippo Palazzo, l’amministratore delegato del Gruppo Fs Italiane Luigi Ferraris, l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini e tanti sindaci del comprensorio. L’evento ha rappresentato anche la prima tappa in Sicilia dei “Cantieri Parlanti”, progetto ideato dal Gruppo FS Italiane con le società del Polo Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr insieme alle imprese coinvolte nei lavori, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Commissario Straordinario di Governo, per raccontare i cantieri ai territori e alle comunità interessate. Presentato anche il nuovo infopoint dedicato agli investimenti ferroviari in Sicilia di RFI e Italferr, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, da oggi nell’atrio di Palazzo Zanca a Messina.

“Una bellissima giornata, opere vere, soldi veri, a lavori ultimati si viaggerà più veloce e in sicurezza – ha detto Matteo Salvini – con la nuova ferrovia ad alta velocità portiamo in Sicilia un cambiamento fatto di innovazione, progresso e futuro. È finita la stagione dei no, non realizzeremo soltanto delle infrastrutture ma delle opere d’arte. Vogliamo velocizzare i collegamenti, migliorare la mobilità, creare lavoro ed economia. Faremo tutto insieme ai sindaci dei territori e con imprese che stanno mettendo un impegno straordinario. Siamo davanti ad una sfida da far tremare i polsi e la vinceremo. No alla cultura della rassegnazione – ha aggiunto il ministro – c’è il fronte del no, di chi dice che non serve perchè tanto c’è la mafia. E allora non facciamo più niente perchè tanto la mafia è in Sicilia come in Lombardia. Uno Stato degno di questo nome non si può rassegnare. Stiamo investendo sull’alta velocità, sui collegamenti ferroviari: che senso ha poi fermare i treni a Messina a Reggio se non c’è il ponte sullo Stretto

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