L’Università di Messina festeggia 475 anni dalla sua istituzione, avvenuta nel 1548, e per l’occasione lo fa alla presenza di ospiti illustri. Ieri si è tenuta presso l’Aula Magna “Vittorio Ricevuto” del Polo Papardo la Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2022-2023 dell’Università di Messina, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
La Cerimonia, alla quale hanno preso parte numerosi rettori di Università italiane e straniere (tra loro anche una delegata dell’Università Economica di Kiev con cui UniMe è gemellata), ha avuto inizio con la lettura di un messaggio, inviato per l’occasione, a firma del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco. Con la sua lettera, il Pontefice esorta coloro che svolgono la missione educativa “a proseguire con rinnovato spirito di dedizione nella formazione integrale dei giovani, affinché siano essi stessi artefici della costruzione di una società accogliente e fraterna, aperta al dialogo costruttivo e promotrice dei valori cristiani”.
La giornata è poi entrata nel vivo con la tradizionale relazione del rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea: “È una grande emozione avervi qui all’Università di Messina per l’inaugurazione dell’anno accademico 2022/23, il 475° dalla sua fondazione. Un’emozione che non nascondo; la stessa che ho provato nel 2018 subito dopo la mia elezione.
“Da allora, sono trascorsi cinque anni ricchi di gioie e di soddisfazioni per i risultati raggiunti, ma anche di preoccupazioni e di ansie per i momenti drammatici vissuti e che tutti insieme abbiamo superato e per questo vi ringrazio. Eppure, nel 2018, quando è iniziato questo rettorato, ci sembrava di essere in equilibrio, poi si è rotto, perché era instabile ed era dovuto a limiti superati senza governarne le conseguenze. Ora è proprio al limite che deve stare l’Università: alla frontiera. Affrontarlo significa quindi trovare una condizione di equilibrio, non facile, tra audacia e consapevolezza, tra libertà e democrazia, tra futuro e tradizione.
“All’Università di Messina, negli ultimi anni, abbiamo vissuto momenti difficili e preso decisioni complesse, cercando di ristabilire, il prima possibile, un punto di equilibrio all’interno della nostra comunità, a partire dalla formazione, che rimane la nostra prima responsabilità. Ed è proprio per questo che negli ultimi cinque anni abbiamo aumentato il numero di studenti di dottorato portandoli nel complesso a circa 500 unità, avviato 17 nuovi corsi di laurea e raddoppiato il numero di brevetti e di startup; ad oggi abbiamo in corso progetti su bandi competitivi per un valore di oltre 5 milioni di euro.
“L’Università di Messina ha superato molti limiti, si è spinta ancora più avanti nella didattica, nella ricerca, nell’innovazione, in una continua rincorsa e nel superarli abbiamo chiesto ai nostri studenti e alle nostre studentesse un impegno sempre maggiore e sforzi importanti e la loro risposta è stata ogni giorno sorprendente. Ma se parliamo di desiderio di spostare i confini, il nostro pensiero non può che dirigersi verso la ricerca scientifica che, per sua stessa natura, incarna la volontà di andare oltre e di puntare ancora più in alto. L’ambizione dell’Università di Messina e della sua Amministrazione è quella di essere riconosciuta, in Italia e all’estero, come una Research University. Una ricerca che deve indagare i limiti del proprio operato, quelli che non può e non deve superare, in equilibrio tra i bisogni dell’individuo, della collettività e dell’ambiente. Non meno importanti, per questo motivo, sono state le attività in tema di sostenibilità, nei confronti del quale l’Ateneo ha profuso un costante impegno orientato su più direzioni.
“Spesso poi ci chiediamo se sia meglio “far correre le eccellenze” o “ridurre i divari, come se si trattasse di traiettorie alternative. Credo invece che la soluzione sia quella di valorizzare le differenze per non appiattire il Sistema. Dobbiamo cioè avere il coraggio di stabilire un equilibrio, non semplice, tra quelle realtà che corrono a livello internazionale e quelle che assolvono un compito altrettanto importante, ovvero servire il proprio territorio. Come tutti gli Atenei italiani, quindi, anche l’Università di Messina deve seguire una sua vocazione, una sua visione e una missione da portare a termine.
“Parto dall’internazionalizzazione, una spinta che ci ha permesso di rafforzare le relazioni in Europa e di incrementare il numero di studenti stranieri e quello dei docenti internazionali; la determinazione di questa Amministrazione ha dato impulso a quella che non può non essere se non una naturale propensione all’architettura e alla qualità degli spazi che ci ha portato ad investimenti importanti sul fronte dell’edilizia: dagli spazi verdi del Rettorato, a Palazzo Mariani, dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, alla Banca d’Italia, solo per citarne alcuni. Abbiamo avviato e completato, in piena pandemia, decine di cantieri, ma abbiamo ancora tante preoccupazioni: la prima riguarda proprio l’accoglienza. Oggi a Messina grazie a questa amministrazione l’Università disporrà del Primo Student Hotel (il Liberty) dotato di 102 posti letto, di una nuova residenza per studenti (Hotel Riviera) dotato di 100 posti letto e di una residenza all’interno del Policlinico universitario che ospiterà circa 200 studenti, ma che, tuttavia, di fronte al fenomeno del “caro affitti”, sono ancora una goccia nell’oceano.
“Tra tentativi ed errori, in questi cinque anni abbiamo fatto un lungo viaggio. Abbiamo tratto degli insegnamenti. Abbiamo capito che non possiamo sederci né accontentarci. Non siamo arrivati ovunque. Abbiamo mancato obiettivi, ma non abbiamo mai deviato la rotta. Ed è con lo sguardo rivolto al futuro, non soltanto del mio prossimo anno, con la certezza che l’Università di Messina, nella ricchezza delle sue persone e dei suoi talenti, saprà superare nuovi limiti, stabilire nuovi equilibri, disegnare nuovi orizzonti”.
Sono successivamente intervenute Simona Calabrese e la giovane iraniana Sara Borji, rappresentanti degli studenti, a cui ha fatto seguito l’intervento del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Simona ha rimarcato la vocazione internazionale dell’Ateneo rivendicando, con orgoglio, la scelta di proseguire gli studi a Messina e sottolineando i passi avanti compiuti sul versante dell’orientamento in uscita e della politica studentesca, sempre più centrale e considerata. Sara ha raccontato la percezione di UniMe da parte degli studenti internazionali soffermandosi, poi, sulle sfide – ancora in corso – intraprese dalle donne iraniane per accedere all’istruzione.
Filo conduttore del discorso dell’onorevole Bernini, invece, è stato il concetto di squadra: “Desidero, innanzitutto, ringraziare le studentesse Sara e Simona per averci ricordato l’importanza delle scelte e la convinzione nell’intraprenderle. In particolare, l’intervento di Simona spicca per la sua grande maturità, sensibilità, prospettiva e per il suo ottimismo. Sono proprio gli studenti che ci motivano per fare sempre meglio e crescere tutti insieme. Ringrazio anche il Rettore Cuzzocrea, che ritengo un amico, e la professoressa Maria Cristina Messa, mio predecessore nel ruolo di Ministro dell’Università e della Ricerca. Un caloroso saluto va alla Comunità Accademica tutta che sta continuando ad affrontare una fase estremamente sfidante. A tal proposito un plauso va al personale tecnico-amministrativo e bibliotecario. Anche grazie al loro impegno, quando il nostro mondo si è rovesciato a causa della pandemia, l’Università ha dimostrato di reggere gagliardamente l’urto.
“Ho apprezzato moltissimo il video che è stato proiettato, mediante il quale UniMe ha manifestato il senso di comunità. Quanto visto nelle immagini testimonia che avete saputo lavorare insieme per vivere il presente e avviare un grande futuro. La strada è quella giusta per poter dotare i giovani di un ecosistema sempre più ricco ed interconnesso, con la collaborazione fra istituzioni ed imprese. Quanto fatto è un detonatore virtuoso di particelle per il futuro. Ho visto una realtà viva che prosegue la sua attività e la sua crescita dal punto di vista infrastrutturale, digitale e, come evidenziato da Sara e Simona, anche internazionale. Avete avuto buoni maestri e qui, a Messina, desidero ricordare Gaetano Martino, talmente innovatore, da riuscire ai tempi, a fondere lo scienziato e l’umanista, a rivoluzionare con uno sguardo puntato verso l’esterno. A questo Ateneo ha lasciato un’eredità molto preziosa, ovvero, la capacità di innovare.
“Da figure come la sua c’è sempre da imparare e dal presente si può attingere per costruire il domani. Stiamo lavorando con questa consapevolezza, con la convinzione di poter invogliare i nostri ricercatori a tornare, di poter migliorare le nostre strutture, la nostra offerta formativa. Possiamo aprirci al mondo valorizzando le nostre radici e possiamo farlo solo se agiamo insieme. In prospettiva, inoltre, stiamo lavorando per strutturare e ramificare i presìdi psicologici, avviati o implementati in molti Atenei con l’avvento del Covid. Sono molto importanti e possono aiutarci per far comprendere agli studenti che non bisogna aver paura della sconfitta. Non è un voto, un titolo o una bocciatura che definisce l’essere umano e dalle sconfitte c’è sempre una lezione da apprendere per scoprire se stessi. Bisogna sempre ricordare che non si è soli, ma che siamo una squadra”.
L’inaugurazione dell’Anno Accademico è proseguita con il conferimento del Dottorato di Ricerca honoris causa in Biologia applicata e Medicina sperimentale alla dottoressa Diana Bracco, Presidente e Amministratore delegato del Gruppo Bracco e già Vicepresidente Ricerca e Innovazione di Confindustria: “Oggi nell’era della genomica è in corso una rivoluzione che porta a una medicina sempre più ‘personalizzata’ o meglio ‘di precisione’: una medicina, cioè, che pone al centro le caratteristiche della malattia nel singolo paziente per definire la terapia più appropriata al momento giusto del percorso clinico”, ha affermato Diana Bracco nella sua Lectio Doctoralis su “Presente e futuro della medicina personalizzata e dell’imaging di precisione”.
La Laudatio è stata affidata alla prof.ssa Maria Cristina Messa, Ordinaria di Diagnostica per immagini e Radioterapia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e già Ministro del MUR, la quale ha tracciato il notevole profilo professionale dell’imprenditrice milanese. Agli intervenuti, il Rettore ha consegnato la felpa Unime. Durante la Cerimonia il prof. Cuzzocrea ha, anche, annunciato che il ricavato della campagna fundraising #donaunoradeltuolavoro (che si concluderà il 3 aprile) sarà devoluto in soccorso della popolazione terremotata della Turchia. Prologo dell’evento, invece, è stata l’inaugurazione di due nuove aule per il Dipartimento ChiBioFarAm. Al taglio del nastro era presente anche il Ministro Bernini. Gli intermezzi musicali nel corso della Cerimonia sono stati curati dal Coro di Ateneo e dall’Orchestra del Conservatorio “Arcangelo Corelli”.