“Dopo appena dieci giorni dall’ultima tragedia, siamo costretti a contare un nuovo caduto sul lavoro”. Esordiscono così in una nota Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo, rispettivamente segretario generale UIL Messina e Feneal Uil Tirrenica Messina Palermo, dopo la morte di Nunzio Micale, imprenditore edile di Spadafora deceduto questa mattina all’età di 65 anni dopo essere caduto da un’impalcatura di un cantiere all’ospedale Papardo.
“Il povero Micale, – proseguono i sindacalisti – lavoratore stimato da tutti, è morto mentre faceva un sopralluogo per alcuni lavori di manutenzione presso l’ospedale Papardo. Quest’ennesima tragedia sul lavoro si aggiunge all’infinito ed inaccettabile elenco che siamo quotidianamente costretti a registrare: un pauroso contatore che non accenna minimamente a fermarsi. Questa emergenza sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza sociale e democratica in quanto è necessario fare più prevenzione, formazione e controlli.
“Purtroppo, al di là delle scontate dichiarazioni di rito, nessuno fa nulla di concreto per fermare le morti sul lavoro. Anzi, il Governo nazionale sta minando i diritti alla salute e alla sicurezza di chi lavora, specie nel settore edile. Infatti, con le ultime misure, a partire dal nuovo codice degli appalti, si è ridimensionato il potere dell’Ispettorato nazionale assoggettandolo ai consulenti del lavoro e si è dato via libera al sistema del subappalto a cascata che porterà alla logica del ribasso sui diritti e le tutele dei lavoratori.
“Queste scelte rischiano, purtroppo, di peggiorare la già pesante situazione in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Noi non ci arrendiamo e pretendiamo risposte vere per fermare la mattanza dei lavoratori. Alla famiglia Micale esprimiamo la più sentita vicinanza e solidarietà”.