No Ponte: Bonelli a Torre Faro con gli abitanti

Michele Bruno

No Ponte: Bonelli a Torre Faro con gli abitanti

venerdì 07 Aprile 2023 - 16:05

No Ponte: E’ stato stamane a Messina, precisamente a Torre Faro, dove ha ascoltato gli abitanti ed ha parlato con loro, Angelo Bonelli, deputato ed uno dei due portavoce (con Nicola Fratoianni) di Alleanza Verdi Sinistra, l’alleanza elettorale tra Europa Verde e Sinistra Italiana.

Con lui l’ex Sindaco Renato Accorinti, ritornato sulla scena (lo abbiamo intervistato), e Mauro Mangano, portavoce di Europa Verde in Sicilia. Sullo sfondo dello Stretto di Messina, Angelo Bonelli a Torre Faro ha dimostrato l’intenzione di battersi con il Movimento No Ponte, i suoi tre comitati e i residenti contro la grande opera.

No Ponte: Bonelli a Torre Faro. Un Parco dello Stretto.

Bonelli ha spiegato (Qui l’intervista) che si farà promotore in Parlamento di un’azione contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto ed ha annunciato una proposta di legge per istituire un Parco dello Stretto.

“Presenteremo nel Parlamento una proposta di legge per istituire il Parco nazionale dello Stretto della Costa viola, perché qui ci sono sic ZPS di alto valore e la vera funzione di questa area è quella di valorizzare questo territorio e spero che anche l’Unesco venga in soccorso e riconosca questo luogo come patrimonio mondiale dell’umanità”

No Ponte: Bonelli a Torre Faro. “Più navi per lo Stretto”

Il deputato ritiene che l’alternativa al Ponte dovrebbe essere assicurare la continuità territoriale attraverso i trasporti marittimi.

“Questa è la nostra proposta: la modernizzazione del passaggio sullo Stretto anche attraverso l’utilizzo di nuove navi veloci e moderne. Bisogna aumentare l’occupazione in questo settore, tra l’altro. Non c’è solo lo Stretto. Penso ad esempio alla continuità territoriale con le isole qui vicine. Chi vive in quelle isole sono popolazioni abbandonate a sé stesse. Se uno Stato esiste non può dimenticare le proprie comunità. Questa opera faraonica cancellerà e raderà al suolo questi quartieri, con piloni alti quasi 400 m. Lo trovo francamente eticamente inaccettabile! Dal punto di vista dell’analisi dei flussi trasportistici, vogliamo dire che il 76,2% di chi si sposta dalla Calabria alla Sicilia per venire qui a Messina non usa la macchina e viene a piedi? Non sono cose che dico io, ma la relazione del Ministro Giovannini. Significa che questa è un’opera che ha altri tipi di esigenze, si regge solo con la questione legata a far passare la Tav e il treno ad alta capacità”.

L’esposto.

Alla stampa ha spiegato che è pronto un esposto alla Corte dei Conti.

“C’è un articolo del codice civile (1176) che dice che quando si utilizzano soldi di una società, ma in questo caso anche quelli di una comunità come quelli dello Stato italiano, devono essere amministrati come fa un buon padre di famiglia. Ecco io penso che Salvini non si stia comportando come un buon padre di famiglia, perché sta spendendo 340 milioni di euro senza dire all’Italia dove prenderà 10 miliardi e oltre di euro per la realizzazione di questa opera inutile e dannosa e molto rischiosa”.

Un’opera irrealizzabile…

Per il leader dei Verdi italiani “è un opera da un punto di vista tecnico irrealizzabile. Un Ponte a una sola campata, con una ferrovia, non esiste da nessuna parte, con questa lunghezza. L’unico simile è ad Akashi ed hanno tolto la ferrovia per motivi di sicurezza. Questo decreto stanzia 340 milioni di euro che servono per la propaganda di Salvini, lasciando la Sicilia e la Calabria in una situazione di ritardo infrastrutturale e ferroviario. In Sicilia ci sono zone dove l’acqua arriva razionata con le autobotti…in una situazione in cui c’è un dissesto idrogeologico di rilievo, dove il tema del rischio sismico non è stato attenzionato e non si è giunti all’adeguamento sismico delle abitazioni… Le vere priorità sono altre”.

Bonelli chiama PD e M5S.

Bonelli non vuole fare da solo questa battaglia. Oltre ai cittadini messinesi vuole coinvolgere le altre forze progressiste come PD e M5S.

“Faccio un invito a Elly Schlein e anche a Giuseppe Conte. Facciamo insieme questa battaglia in Parlamento, che non è una battaglia ideologica. E’ una battaglia razionale, pragmatica, per portare le risorse al sud. Ricordo ancora quando mio papà, siciliano, mi portava a Ravanusa. Prendevamo la littorina e nulla è cambiato. Per andare da Messina a Trapani ci vogliono 9 ore. Non ne parliamo per arrivare ad Agrigento. Il sud deve essere condannato a questo ritardo infrastrutturale e oggi si vuol far credere che attraverso questa opera faraonica tutto cambierà. Non cambierà nulla perché i soldi se li prenderanno le aziende del nord e lasceranno il sud in un drammatico ritardo infrastrutturale sulle ferrovie, sulle scuole, sulla sanità. I cittadini del Sud sono ridotti a clientes della sanità privata del nord. E’ ora di farla finita. Se ci sono risorse così cospicue, si parla di 10 miliardi, allora si faccia un piano per il riscatto del Sud che parte dal trasporto pubblico, passando per la scuola, la sanità, il dissesto idrogeologico, e per riportare l’acqua potabile laddove non c’è”.

I rischi ambientali.

Dal punto di vista ambientale i rischi “sono diversi, innanzitutto noi ci troviamo in sic ZPS che sono zone di protezione speciali di interesse comunitario. Ci troviamo in un luogo dove il paesaggio della fauna ittica, come spiega anche la Commissione Via, sarà profondamente alterato. Il danno sarebbe veramente irreversibile, ma non lo dice Angelo Bonelli. Lo dice il parere negativo della Commissione, che disse di no proprio per l’alto impatto ambientale e paesaggistico”.

Dovrà essere fatta una nuova verifica ambientale, e il deputato si esprime così in merito:

“Quello che a noi preoccupa è che Salvini sta facendo delle forzature. Da un lato recupera un vecchio progetto, dall’altro le prescrizioni che sono state accettate in quel progetto non le considera. Non funziona così, non si può prendere un progetto di oltre 12 anni fa riesumarlo e poi cercare di riportarlo avanti. Non solo sono cambiate delle cose, non solo ci troviamo nella necessità di fare un’analisi diversa dal punto di vista idrogeologico. Sapete meglio di me che la Calabria e la Sicilia si allontanano hanno dopo anno in un modo infinitesimale, siamo su una faglia ad alto rischio sismico”.

Michele Bruno.

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