Comunicare il Ponte e coinvolgere il territorio, l’incontro

Un momento di discussione con l’opinione pubblica (qui il video) per comunicare nel modo migliore l’opportunità offerta dalla costruzione del Ponte sullo Stretto alla Città di Messina e tutti i temi ad esso inerenti. È quello che ha inteso organizzare ieri pomeriggio il Movimento Cristiano dei Lavoratori con il suo Presidente, l’ing. Fortunato Romano, che ha esordito così:

“Noi siamo favorevoli alla costruzione del Ponte. La prima petizione l’abbiamo fatta quando eravamo giovani studenti universitari di ingegneria nel 1982, quando ritenevamo che il Ponte e l’istituzione della facoltà di informatica potessero essere fonte di sviluppo del nostro territorio. Sono passati 40 anni. Ci sono tre elementi da cui partire. Abbiamo un’idea dell’importo, questi famosi 14 miliardi e mezzo. Poi questa presa di posizione forte dei due governatori Occhiuto e Schifani che non solo stanno sostenendo l’iniziativa, hanno anche dichiarato nelle ultime settimane la volontà di cofinanziare l’iniziativa. La Commissione trasporti dell’unione europea che ha inserito nelle settimane scorse nella rete Ten-t l’opera come strategica per il corridoio Nord Sud. Quindi anche l’Unione europea e il Parlamento europeo sono fortemente favorevoli a quest’opera. Naturalmente si è aperto il dibattito ideologico: non ci sono i soldi, non si trovano,su questi aspetti naturalmente avremo nelle prossime settimane modo di chiarire e di approfondire. Una delle preoccupazioni è non politicizzare l’idea del Ponte. Ho visto un sì silenzioso e un no al ponte chiassoso. Un sì maggioritario in città, silenzioso, fatto di persone normali che non hanno voglia di gridarlo nelle piazze, di fare come a Piazza Tienanmen e barrare strade porti o aeroporti e registro ancora. C’è un problema serio di comunicazione. Come si comunica alla comunità, ai territori, al mondo delle imprese, al mondo dei proprietari delle case, al mondo dei giovani che vengono a perdere un pezzo del territorio. Al mondo degli anziani che possono perdere un pezzo del loro mare. Come si comunica tutto l’aspetto positivo di un’opera di questo tipo che stravolgerà sicuramente il nostro territorio stravolgerà sotto il profilo economico sociale e positivo. Questo intervento sarà impattante per il nostro territorio, non tanto come opera finale che sarà tra le opere più belle probabilmente pensate e disegnate nel mondo di oggi. Saranno comunque impattanti 20 anni di cantiere. Uno stravolgimento urbanistico ed anche antropologico nella nostra città. Potremo perdere alcuni luoghi, altri luoghi recupereremo. Tra gli anni 60 e gli anni 70 è stata iniziata l’autostrada Messina Palermo. Chi ha mai pensato di fermarla? Noi non tendiamo ad ideologizzare il Ponte e la vediamo come infrastruttura utile e importante che può essere l’unica vera svolta per il riscatto della nostra provincia, del nostro territorio”.

Ha poi parlato Giovanni Mollica, ingegnere esperto nell’ambito dei trasporti, il primo degli invitati a prendere la parola, sull’importanza del coinvolgimento del territorio:

“Il mio interesse nasce dall’esperienza che io ho fatto circa 12 anni fa come consulente di Eurolink, cioè la società che aveva l’incarico di realizzare Il Ponte con un consorzio di imprese internazionale. Io ero stato chiamato a curare i rapporti con il territorio. Ho potuto verificare una serie di cose molto gravi, senza riuscire a cambiarle. Queste grandi società Stretto di Messina, Eurolink e Parsons, se avessero dovuto comprare una carta per le fotocopie la avrebbero comprata a Roma, se avessero dovuto parlare con un avvocato non avrebbero chiamato un avvocato di Messina o di Reggio ma avvocati di Roma… non parlo dei progettisti dell’opera perché i progettisti dell’opera, posso capire, erano danesi americani, venivano da grandi università. Per carità persone che erano abituate a trattare con grandi opere e non come qui, dove siamo tutti inevitabilmente molto più modesti in quanto a competenza. tutto questo di cambiarlo senza riuscirci. Questa è una cosa che mi è rimasta nel cuore con molta amarezza. Ora le cose possono cambiare perché in altri posti l’interlocuzione tra il territorio la società concessionaria e le imprese costruttrici si sono fatte e ci sono state e ci sono state. inizialmente per la parte più evidente le assunzioni di personale. Si parla spesso dei 100.000 posti di lavoro. Nessuno sa cosa vogliano dire. I posti di lavoro si si misurano in persone al mese, quindi 100.000 posti di lavoro vogliono dire o 100.000 persone che lavorano in un mese o 100 persone che lavorano 1000 mesi dato che la costruzione dell’opera si prevede duri 5 anni si presume che saranno in media 18.000 persone che lavorano per 5 anni. Attualmente queste persone non ci sono. Non ci sono né operai, né ferraioli. Bisogna formarli. Quando, nella mia passata esperienza, ne parlai con l’allora segretario calabrese di Cisl, Luigi Sbarra, era già tardi. Non c’era stata una preparazione. Tutto si fermò lì e non successe niente. Fortunatamente. Memori dell’esperienza, soprattutto io dell’esperienza triste avuta, sto e stiamo cercando attraverso la Rete, che è uno strumento apolitico, di fare in modo che il territorio si compatti e le realtà settoriali di categoria del territorio si uniscano nei cosiddetti Tavoli Ponte di Messina e di Reggio che già si sono costituiti. Spero poi di riunire Reggio e Messina e fare un unico tavolo per l’area dello Stretto. L’importante è che si capisca che si lavora tutti insieme. Ci sono Sicindustria Messina e Sicilia, Confcommercio, ordini degli ingegneri, degli architetti, Confartigianato, Conftrasporti, l’Università di Reggio non c’è ancora quella di Messina…è in corso il discorso. Il Rettore deve dare l’autorizzazione. Siamo andati con una rappresentanza del Tavolo di Messina a parlare con il ministro Salvini che doveva venire e sicuramente voleva incontrarci a Roma poi però fu trattenuto. Abbiamo parlato col viceministro Rixi e gli abbiamo detto che vogliamo che ci sia un’interlocuzione con i rappresentanti del territorio. La concessionaria ancora c’è ma non c’è e il General contractor che si sa che sarà Webuild ma ancora non c’è quello che era Eurolink. Entro un mese si saprà. Non è pensabile che il personale venga da fuori. Ci saranno quelli che devono venire da fuori perché sono figure professionali che qui non esistono. Il ponte deve essere un’opera territoriale, cioè deve servire non solo ad andare da Helsinki alla Valletta o per andare da Messina a Villa San Giovanni. Il territorio, non lo dico, io lo dice l’Unione europea che queste opere devono essere fatte in modo che l’infrastruttura irradi sviluppo sul territorio”.

Comunicare il Ponte e coinvolgere il territorio, l’incontro

In seguito è arrivato l’intervento di Davide Gambale, Direttore responsabile della testata online Messinaoggi.it, che si è soffermato sull’aspetto comunicativo della questione, che è stato anche il tema centrale dell’incontro:

“Questo incontro credo sia uno dei primi che si tiene in città per fare anche chiarezza su un tema che sta diventando imponente per la nostra città. Ci siamo risvegliati con l’idea che il ponte si farà. Si sono anche risvegliati i No ponte, quelli che hanno avversato la realizzazione di quest’opera, però a mio avviso si sono svegliati un po’ tardi. Questo perché il governo, anzi l’elettore italiano ha deciso che si realizzi il Ponte, dando fiducia ad un governo che lo ha presentato in campagna elettorale nel proprio programma il 25 settembre. Quindi secondo me oggi sono tutti fuori tempo massimo e non potranno lamentarsi. Potranno mettersi davanti alle ruspe, ma il ponte si farà a meno che non succeda qualcosa di imponderabile all’interno della maggioranza di Governo. Da giornalista mantengo il mio ruolo che è quello dell’equidistanza dall’una e dall’altra posizione, però da cittadino non posso che essere favorevole. Badate bene: credo che in questo momento i peggiori nemici del ponte sono gli ultras del ponte. Quelli che sostengono l’idea del Ponte con dei metodi a mio avviso sbagliati. Con Giovanni abbiamo posizioni diverse. Non capisco perché figure non istituzionali debbano costruire un tavolo. Il Tavolo per il ponte deve essere, come dicono gli inglesi, un Think-Tank all’interno del quale si sviluppano delle idee, delle proposte, ma che non ha una valenza istituzionale. Uno dei componenti della Rete civica è un consulente di un politico. Non andiamo a raccontare delle cose non veritiere. Teniamo distinti e separati il piano politico e istituzionale e il piano dei cittadini e degli esperti che devono dare contributi fattivi. Ma sono dei piani completamente distinti e separati. Chi ha il pallino del gioco in mano oggi è il ministro Salvini, al quale va riconosciuto un merito. Non sono assolutamente leghista, però non posso che essere contento che il ministro Salvini abbia sposato questa causa. Lo fa per i siciliani? Non credo. Lo fa per un interesse politico sicuramente però noi ne beneficeremo e allora ben venga il ministro Salvini che porta avanti questo progetto di realizzazione del ponte. L’idea del ponte, non la realizzazione del ponte, è un generatore di ricchezza. Fino ad oggi la società Stretto di Messina è costata alla comunità circa 300 milioni di euro, ma secondo voi sono stati buttati questi soldi? Secondo me no. Sono stati investiti. Qualora non si realizzasse il ponte questi soldi sarebbero stati sprecati e voglio dire questi soldi sono serviti per costituire la società, a pagare gli ingegneri, consulenti e via dicendo realizzare delle infrastrutture qui a Messina. Detto questo l’idea del ponte genera ricchezza. I dati dell’istat dicono che negli ultimi 10 anni abbiamo dalla provincia di Messina sono andati via 37.000 giovani di età compresa fra 18 e 39 anni. Io ho fatto una scelta. Quella di non lasciare Messina, perché credo che sia più coraggioso rimanere a Messina e combattere per avere una Messina migliore anziché voltare le spalle alla propria città, ma non ne faccio una colpa perché sono scelte di vita. Ma noi questi 37.000 giovani vogliamo riportarli qui. Quando si cominciò a parlare di ponte io ero all’inizio della mia carriera. Si diceva che col fonte il Corriere della Sera e Repubblica avrebbero aperto la redazione a Messina. Il ponte non deve essere soltanto un mezzo di comunicazione. L’importanza dei ponti l’abbiamo vista recentemente con la guerra in Ucraina. La prima cosa che gli ucraini hanno fatto è stata far saltare il Ponte di Kerk tra Russia e Ucraina. Il Ponte genera ricchezza è inutile girarci intorno. Bisogna smontare quelle che vengono definite comunemente fake news. E’ facile lanciare un sasso nei social network e magari ci convincerci che quella è una notizia vera. Il nostro compito è quello di smontare queste informazioni e lo facciamo. Vi annuncio che fra un mese esatto sarà online un nuovo giornale che io dirigerò con la collaborazione dell’ingegnere Palamara. Non sono un tecnico quindi facciamo fare questo lavoro a chi conosce sa leggere le carte chi ci studia. Sarà il mio Direttore editoriale. Si chiamerà Pontesullostrettonews. Ci sono degli imprenditori disposti a investire. Apriremo probabilmente una sede di rappresentanza anche a Roma perché è necessario che ci sia un organo di informazione che dia delle notizie veritiere e che possa dare spazio a tutti, sia chi è favorevole sia a chi è contrario”.

E chiude citando e cercando di confutare alcune di quelle che inserisce in questo elenco, come quella sul prosciugamento del Lago di Ganzirri, o quella riguardo il fatto che il Ponte impedirebbe il passaggio alle navi da crociera. Poi ancora ha trattato il tema degli espropri, spiegando che tutti i proprietari saranno indennizzati, e che questi aspetti sono stati e saranno approfonditi, prima su Messinaoogi.it e in futuro sulla nuova piattaforma.

Il breve intervento dell’ing. Giuseppe Palamara ha invece affermato l’importanza del ponte in ambito turistico e culturale e la sua capacità di unire trasversalmente al di là delle idee politiche:

“Verrà realizzata l’opera più importante del pianeta. Avrà una valenza turistica. Il Golden Gate Bridge è visitato da persone in tutto il mondo ed è diventato uno dei più grandi set cinematografici del mondo. La gente non verrà più in altre grandi città, ma verrà qui per vedere il Ponte. E comunque va detto, il Ponte non è un argomento facilmente politicizzabile, perché è un’opera trasversale di cui hanno parlato favorevolmente esponenti di tutte le forze politiche, da centrodestra a centrosinistra”.

Michele Bruno.

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