“L’AMAM è stata solerte ad inviare a casa degli utenti delle bollette salate chiedendo le accise degli anni precedenti che peraltro sembrerebbero essere già prescritte, ma ancora non risponde alla mia interrogazione sul mancato riconoscimento per legge del bonus idrico alle famiglie a basso reddito!”. Con queste parole il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, prende posizione rispetto a quanto sta avvenendo in città, raccogliendo i legittimi malumori di gran parte degli utenti sempre più vessati da un lato con le ultime fatture, ma che dall’altro lamentano da anni l’assenza in bolletta del bonus sociale per l’acqua.
“Il Governo Meloni – spiega Gioveni – attraverso l’ultima Legge di Bilancio, ha ampliato la fascia delle famiglie aventi diritto al bonus per luce e gas portando la soglia massima del valore ISEE da 12.000 a 15.000 euro, mentre quella per avere diritto al bonus idrico (quindi da parte di Amam) è di 9.530 euro, che consentirebbe, avendo uno sconto in bolletta, di non pagare la quantità minima di acqua per persona individuata per soddisfare il bisogno essenziale di 50 litri di acqua per persona al giorno, ossia 18,25 metri cubi all’anno.
“Dal 2021 non è più necessario presentare istanza alla società erogatrice ma è obbligatorio presentare una DSU (Dichiarazione Sostituiva Unica) per elaborare l’ISEE; in questo modo l’INPS riconosce se la famiglia è in possesso dei requisiti, che così vengono trasmessi al SII (Sistema Informatico Integrato), che a sua volta, abbinando i dati ricevuti, consente di erogare i bonus direttamente sulle bollette! Di tutto questo non è ancora avvenuto alcunché da parte di Amam, che di contro, però, non si fa certamente scrupoli a recapitare autentici “salassi” a casa dell’utenza!
“Ma la cosa ancora più grave e su cui certamente prenderò provvedimenti nel rispetto dell’attività ispettiva in capo ai consiglieri comunali – insiste l’esponente di FdI – è il fatto che ad oggi sono trascorsi già 45 giorni dalla mia interrogazione del 14 marzo, già ben oltre dei 30 giorni massimi previsti dall’art. 43 del D.Lgs. 267/2000 per ricevere il giusto riscontro, nonostante il mio sollecito fatto recentemente in Commissione alla presidente dell’azienda Loredana Bonasera.
“Pertanto – conclude Gioveni – se entro al massimo 5 giorni non avrò ancora ricevuto risposta nel merito del mancato riconoscimento del bonus idrico, mi troverò costretto a segnalare l’inadempienza di legge all’Assessorato Regionale alle Autonomie Locali e certamente ad ARERA, artefice delle disposizioni per le tariffe agevolate per luce, gas e acqua”.