Il Direttore Generale del Messina Lello Manfredi ha voluto dedicare un momento del post-partita della salvezza ai giornalisti (qui il commento e la cronaca della partita).
Qui invece il video della conferenza.
Prima di tutto ha fatto un’analisi dell’incontro dal punto di vista tecnico-tattico:
“Gli avversari hanno fatto la loro partita ed era giusto che preparassero la partita così – ndr riferendosi alla Gelbison – noi sapevamo che sarebbero venuti qui ad affrontarci in questo modo e speravamo di sbloccarla nei primi 20 minuti. Poi non ci siamo riusciti e le cose si stavano mettendo male”.
Ed ha proseguito parlando del gol di Nino Ragusa e del secondo tempo:
“Non vi nascondo che ci siamo aggrappati a tutto per sperare che la partita si potesse sbloccare che poi l’abbia sbloccata Nino sembra una favola. Se si dovesse disegnarla o scriverla una favola il lieto fine sarebbe proprio questo o che ne so un gol di Curiale. Insomma, di uno di quei calciatori dai quali magari ci aspettavamo tanto di più e che per motivi non dipendenti dalle loro volontà non ci sono riusciti, perché comunque sono stati professionisti esemplari. Anche oggi Nino, prima di scendere in campo, ha voluto nello spogliatoio tutto lo staff, dal magazziniere al raccattapalle, e ha fatto un discorso veramente da messinese. per cui Manfredi no da quello sa non dimenticherà lui e noi quante partite per per per essere promosso in serie A perché hanno di cambio importantissimo in tutta Italia però poi alla fine il calcio dalla terza categoria alla Champions League è sempre uguale
Sul futuro che attende il Messina e sulle ambizioni che potrà avere nella prossima Serie C, ha risposto:
“Questa domanda è giusto farla alla proprietà, al Presidente. Io non so dirvi nulla, perché in questi giorni nessuno ha mai pensato a quello che poteva essere domani, è anche troppo presto per poterne parlare e non credo sia io la persona giusta che possa rispondere a queste domande. Certamente non credo di fare torti a nessuno se dico che Messina è giusto che ambisca a qualcosa di più. E’ giusto quindi che il Presidente alzi un po’ il tiro. So che lui vorrebbe farlo ogni anno. Anche lo scorso anno, quando è stato fatto un programma che si era stato prospettato biennale o triennale, le aspettative erano quelle di fare questa stagione come un percorso di crescita per valorizzare i ragazzi più giovani e l’anno prossimo di assestamento. Poi le cose non sono andate bene ma certamente né il Presidente né tutti gli attori che si sono avvicendati speravano poi in un epilogo di questo genere. Devo dire che ci è andata pure bene alla fine, perché alla fine del girone d’andata non era semplice. Ho fatto una sola conferenza stampa quest’anno. Vi dissi che non basta soltanto comprare i calciatori per salvarsi, è necessario che quelli che arrivano si integrino con gli altri. Si è creata un’alchimia. Abbiamo avuto la fortuna di avere tutti bravi ragazzi. Anche i più grandi, da Kragl a Ragusa, non hanno mai fatto sentire nello spogliatoio il peso di essere calciatori più famosi. Si sono messi a disposizione dei più giovani e credo che questo qui con la saggezza del Direttore sportivo, degli allenatori e tutto lo staff ci ha consentito di raggiungere questo obiettivo.
Poi una chicca che non tutti sapevano:
“L’ultima settimana è venuto a darci una mano, adesso si può dire, uno storico massaggiatore del Messina, Cutroneo, e quando l’ho visto dagli spogliatoi gli ho detto ‘ma chi ti ha chiamato?’. E lui ‘ho sentito di dover venire a dare una mano’. L’abbraccio è stato spontaneo”.
E si lascia andare:
“Devo dire che io sono troppo felice! Stavolta l’abbiamo vista veramente brutta”.
Abbiamo chiesto al DG quanto ci sia di Mister Raciti in questa salvezza. Lui ha risposto:
“Quanto c’è di tutti gli altri. La salvezza è di tutti. C’è stato un momento della stagione dove si è un po’ usciti fuori dai binari. Il calcio è così. Quando le cose vanno male la cosa più semplice è dare la colpa a qualcuno… Manfredi, Raciti o Sciotto. Da sempre io dico che si vince tutti insieme e si perde tutti insieme. Il mister ha fatto bene per quello che poteva fare in questo momento. Molte volte alcune critiche sono state ingiuste nei suoi confronti. Ha fatto il suo dovere. Secondo me la sua grande forza è questo approccio allo spogliatoio da fratello più grande. E’ molto comprensivo, credo che questo sia il suo grande merito”.
Non ha voluto poi sbilanciarsi sulla possibilità che Raciti resti a Messina il prossimo anno.
Ha dato anche la sua spiegazione sul motivo per cui la squadra, che aveva ottenuto risultati importanti nella prima parte del periodo Raciti, ha poi un po’ mollato fino a dover giocare la salvezza ai Playout:
“Il fatto di aver dato quella rincorsa molto probabilmente ha fatto perdere tante energie al gruppo. Quando il traguardo è vicino e lo vedi basterebbe poco. Ti mancano le energie. ultimamente secondo me sono venute a mancare quelle forze quelle mentali, quelle certezze, per cui i ragazzi si aspettavano che i più grandi dessero loro più slancio, ma anche loro si sono smarriti. Tutti pensavamo di salvarci senza playout. Non è stato semplice. La forza di questo gruppo è la compattezza dal magazziniere al Presidente. Anche lui è stato qua con noi tutta la settimana”.
Ed un pensiero infine ai tifosi:
“La loro risposta è stata veramente importante perché oggi nemmeno noi, nelle più rosee aspettative aspettavamo tanto dalla gente. Più volte ho detto che questa deve essere la salvezza della città e non dei tifosi. Perché precipitare nell’inferno della serie D sarebbe stato un dramma tremendo per la città. La gente ha capito senza appelli ed è venuta spontaneamente a sostenerci. Credo che se le condizioni meteo fossero state anche migliori, ci sarebbe stata ancora più gente e io mi auguro che sia un punto di partenza. Ritrovarci sugli spalti a gioire tutti insieme e non più a soffrire”.
Michele Bruno.