La Uil-Fpl di Messina, attraverso una nota indirizzata al commissario dell’Azienda Papardo, all’assessorato regionale alla Salute e alla Procura generale dell Corte dei Conti, apre i riflettori sui problemi di Radioterapia al Papardo. A detta della Uil-Fpl, si legge nella nota a firma del segretario generale, Livio Andronico, i pazienti costretti ad aspettare per cure urgenti perché c’è in esercizio un solo “acceleratore lineare”, l’altro già acquistato e montato da mesi, ancora non è entrato in funzione.
“La scrivente Organizzazione sindacale – si legge nella nota – è venuta a conoscenza di alcune criticità che sono emerse U.O.S. di Radioterapia di codesta Azienda Ospedaliera. Nello specifico, rispetto ad una crescente richiesta di prestazioni, che purtroppo non possono essere garantite, vi sarebbe una distribuzione disomogenea del personale relativamente alla distribuzione dei carichi di lavoro, con inevitabile incremento del rischio clinico e conseguente stress dei lavoratori.
Tutto ciò, a quanto pare, sarebbe determinato da una gestione poco accorta da parte del Direttore di U.O.S. Radioterapia e del Dirigente delle Professioni Sanitarie – Area Tecnica. Inoltre, ci risulta, infatti, che l’unico Acceleratore Lineare disponibile, viene utilizzato per le terapie ai pazienti che ne fanno richiesta e allo stesso tempo viene utilizzato in procedure urgenti provenienti dalla Medicina trasfusionale.
Tutto ciò, determina un sovraccarico di lavoro per il macchinario, che comporta spesso un fermo tecnico, che richiede interventi da parte di società specializzate provenienti da altre provincie.
A fronte di ciò, appare veramente singolare che il nuovo Acceleratore Lineare acquistato e montato da oltre due mesi, non sia stato messo ancora in funzione rispetto alla crescente richiesta di prestazioni, che costringono spesso i pazienti a doversi sottoporre alle terapie presso altre Aziende Ospedaliere. Tale gravissima anomalia, non solo sta producendo notevoli disagi all’utenza ma sta arrecando gravi danni economici all’Azienda”.
Conclude la nota sindacale di Livio Andronico.