Porto di Tremestieri, due anni per completare l’opera. Animato dibattito in aula

Michele Bruno

Porto di Tremestieri, due anni per completare l’opera. Animato dibattito in aula

mercoledì 12 Luglio 2023 - 17:49

Una delle opere più complesse e più discusse a Messina, considerata ormai tra le numerose incompiute dai messinesi stessi, è stata oggetto di un Consiglio comunale aperto esclusivamente dedicato.

I 17 consiglieri comunali di opposizione ne hanno richiesto la convocazione. Di fronte al Presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto Mario Mega, al Rup ing. Vito Leotta, all’avvocato che per il Comune segue il contenzioso con la società appaltatrice Coedmar, il Prof. Raffaele Tommasini, al vice sindaco Salvatore Mondello, il Consiglio ha potuto ottenere chiarimenti su diversi aspetti dell’opera.

In particolare, nei loro interventi, i consiglieri del PD Antonella Russo e Felice Calabrò, il capogruppo di Forza Italia Cosimo Oteri, il consigliere di Fratelli d’Italia Dario Carbone, hanno posto diverse domande agli invitati.

Si voleva sapere di più riguardo alla situazione dei lavoratori occupati fino al 2022 nell’opera, sul reperimento dei nuovi fondi necessari a concludere l’opera, come sia stato possibile non accorgersi della presenza dei massi del così detto beachrock sotto l’arenile del cantiere, sul rischio di perdere finanziamenti che Adsp ha messo a disposizione. E ancora quanto incide la cessione di parte dell’azienda Coedmar e quando verrà realizzato finalmente il Porto e quanto inciderà nelle sue funzioni il Ponte?

Mondello, più che rispondere nel merito delle questioni, si toglie qualche sassolino dalla scarpa:

“Avrei potuto rispondere in maniera tecnica ma evito, deve farlo chi ha le responsabilità dirette dell’appalto. Il Rup ha il ruolo centrale in ciò, ma sia chiaro che non sto demandando ad altri responsabilità. Per le questioni giuridiche risponderà Tommasini. Nessuno mi dica che sono confuso quando rispondo alle domande dei giornalisti. Ho sempre cercato di mediare con tutti anche quando il Sindaco De Luca era in guerra contro tutti. Ho dimostrato alla società Coedmar di conoscere meglio di loro il cantiere. Ho cercato di non rilasciare recentemente nessuna intervista per discrezione della procedura. Il Comune non può entrare nella questione della cessione del ramo d’azienda.

Ed ha chiarito:

“Il Porto di Tremestieri sarà determinante per il Ponte, le due opere non si escludono. Aumento dei prezzi è determinato da congiuntura economica. Covid bloccò tutto, parlare di 4 anni è ingiusto. Sono e sarò sempre disponibile a discutere in Consiglio, voi consiglieri fate il vostro lavoro, ma nel rispetto istituzionale e dei ruoli”.

Su queste critiche politiche hanno risposto Oteri, Calabrò e Pergolizzi: “Sconosco qualsiasi intervista fatta da qualche collega contro la sua persona, lo scopro oggi da lei” dice il primo.

Il secondo: “Non capisco a chi era rivolto il suo anatema. L’ansia di prestazione durante le interviste c’è per alcuni colleghi, io ormai ci ho fatto il callo”.

Pergolizzi ha invece espresso solidarietà al vice sindaco.

L’ing. Leotta ha esposto le situazioni tecniche più controverse riguardo il procedimento:

“Nel 2018 avviene l’aggiudicazione, a marzo 2018 la consegna dei lavori, poi si arriva al fermo del 2022. In realtà, in precedenza, si è lavorato poco. Siamo stati impegnati con gli espropri fino al 2019 ed a bonificare tonnellate di rifiuti non visibili, sotto monitoraggio di Arpa, con operazioni durate quasi un anno. I lavori sono iniziati successivamente, dal 2019 fino al lockdown, con un fermo di 5-6 mesi. Poi è uscito fuori il problema del beachrock. Le varianti al progetto originario sono state fatte a costo zero, ma ci è voluto tempo per farle approvare dal Genio civile. Un anno di lavori, poi a fine 2021 sopraggiunge la crisi dell’impresa, con la diminuzione della produzione,  il blocco dei pagamenti, la riduzione dei lavoratori. Ed ancora la Guerra in Ucraina da marzo a giugno…bastò pensare che l’acciaio usato viene da Mariupol. Ci sono stati poi un Collegio consultivo ed altri passaggi, a Settembre 2022 si dà avvio alla procedura di risoluzione contrattuale. Se soltanto il 20% delle opere è stato realizzato, questi sono i motivi. L’impresa subentrante dovrà accettare i materiali e le condizioni senza danno per il Comune. Coedmar è in concordato preventivo per procedura prefallimentare, al momento non può continuare i lavori”.

Per quanto riguarda i 40 milioni ulteriori previsti per i costi dell’appalto, spiega che derivano da “un indice di prezzi regionale del 2009, che prevede un 70% di spesa in più. È una quota dovuta per legge. Non dipende da errori o da scelte della stazione appaltante”.

Riguardo al Beachrock ha spiegato che il Codice degli appalti prevede specificamente una variante per imprevisti del sottosuolo e che ciò era imprevedibile”.

E sui tempi: “Si prevedono due anni per concludere l’opera, speriamo di rispettare il cronoprogramma”.

L’Avv. Tommasini ha chiarito gli aspetti giuridici del contenzioso:

 “La situazione non è semplice. Problematiche esterne hanno modificato la struttura dell’appalto. L’Amministrazione ha fatto sempre ciò che poteva per stimolare Coedmar a fare il possibile per completare almeno parte dei lavori. Il Comune ha fermato il pagamento per due stati di avanzamento, il 13 e il 14. Coedmar ha chiesto la sospensione della risoluzione del contratto ed escussione delle polizze (ndr procedure attivate dal Comune per tutelarsi dall’inadempienza di Coedmar). Il Giudice di Messina ha dato immediatamente la sospensione, inaudita altera parte, e poi ha revocato la sospensione dopo 11 mesi, dando ragione al Comune. Coedemar rischiava quindi il diritto di rivalsa dei creditori ed era in una situazione aziendale non semplice, allora fa ricorso al tribunale di Venezia per chiedere l’autorizzazione della cessione ramo d’azienda che si occupa del cantiere messinese. Il Tribunale, infatti, non ha accolto la richiesta di sospensione con la compensazione delle spese, ma ha chiesto alle parti di dare impulso alla cessione. Questa è uno strumento favorevole per il Comune per evitare contenziosi su risoluzione contrattuale e pagamenti. Cessione consente al comune di non arrivare al collaudo delle opere eseguite e all’assicurazione delle riserve che l’azienda aveva fatto, con ulteriori contenziosi sui pagamenti. Abbiamo aderito alla cessione, ma la procedura è articolata, bisogna rispettare le regole degli appalti. Il concordato con il Comune prevede la rinunzia a tutte le riserve tecniche tranne due e l’accordo con le assicurazioni di versare immediatamente al Comune, a deconto delle anticipazioni date, 2 milioni di euro dopo la cessione. Altri 13 milioni dovevano essere assicurati dalla nuova azienda. Diverse imprese hanno dichiarato il loro interesse. Il Tribunale di Trieste autorizzerà quasi certamente la cessione, e Venezia autorizzerà la pubblicazione delle condizioni su due quotidiani e le imprese potranno partecipare. Ad ottobre si potranno riprendere i lavori senza più ostacoli. Il bando dovrebbe attivarsi entro fine luglio”.

Mega ha chiarito invece la composizione dei costi originari dell’opera e come ci si impegnerà per recuperare le nuove somme:

“A fine 2009 si stipulò una Convenzione tra Autorità portuale Messina e Commissario all’emergenza di Protezione civile. 80 milioni erano i costi totali, da ripartire in 29 dalla Regione, 10 dal Provveditorato, 50 dall’ Autorità portuale. Con l’accordo di fine 2017 diventano 74 milioni e mezzo. Il Comune aveva risorse fornite direttamente dall’Autorità. Oltre 4 milioni da una Convenzione Pac tra Ministero delle Infrastrutture e Autorità. 2 milioni dal Ministero, 28 milioni finanziati con un Decreto del 2015. 15 milioni propri dell’Ente, finanziati in seguito da un Pon infrastrutture messi a disposizione del Comune, così che non avesse oneri propri. Non abbiamo notizie di problemi per tutti questi stanziamenti, tranne che per i 15 milioni. Il Ministero delle Infrastrutture revocherà questo finanziamento perché non ci sono assicurazioni di completare l’opera entro il 32 dicembre 2023. L’Autorità si appresta ad assegnare di nuovo queste risorse individuandole tra altre risorse pubbliche. Saremo costretti a definanziare tuttavia altre opere. Non c’è comunque nessun rischio di venir meno agli impegni assunti. Ci si potrà avvalere sul Piano nazionale complementare del Pnrr se i tempi sono quelli detti da Leotta. Bisogna però assicurare un cronopragramma attendibile perché ormai finanziamenti sono collegati a spendibilità nel tempo. Troveremo con altre risorse pubbliche anche questi nuovi fondi necessari”.

Sul Ponte chiarisce: “Da un mese siamo in contatto con la Stretto di Messina per individuare le esigenze anche di fornire strutture per le opere. Ciò può incidere sulla viabilità. Prevederemo una revisione delle funzioni dei porti dell’Ente. I servizi di traghettamento devono continuare se non aumentare durante la costruzione del Ponte, abbiamo quindi ancora un ruolo importante e Tremestieri sarà centrale”.

La polemica però non può mancare recentemente in Consiglio comunale, e quella di oggi è stata sul mancato invito dei sindacati. Carbone e Calabrò ritengono indispensabile la loro presenza per avere notizie in più sulle condizioni occupazionali e su altro.

Emblematico l’intervento di Calabrò, che non trova ci sia stato alcun reale aggiornamento o novità dal Consiglio odierno: “Un Consiglio aperto ha un senso se il dibattito lo apriamo. A quanto detto oggi avrei potuto accedervi in altro modo. Se ci sono offese nel dialogo in Conisiglio abbiamo strumenti per intervenire. Non ci sono motivi per non invitare i sindacati. La loro è una versione della questione, non è Il Vangelo, ma un punto di vista importante”.

Il Presidente del Consiglio Comunale Nello Pergolizzi si trincera invece sull’interpretazione delle norme del regolamento e sulla sua libertà di scegliere gli invitati. Ha replicato anche che “I sindacati possono confrontarsi con gli

attori della questione in Commissione”.

Per Mondello si tratta di un Consiglio tecnico, in cui i sindacati non c’entravano molto, “perché tutti i discorsi tecnici di oggi sono alla base della questione occupazionale, e se risolti questi nodi sarà risolta quella. Inoltre manca la Coedmar per parlarne, e nella situazione attuale è chiaro che non sarebbero stati presenti”.

Calabrò ha insistito anche su altre critiche. Risponde a Mega che “Sono comunque soldi persi quei 15 milioni, perché si definanziano altre opere” e ancora “Il Pnrr è una manna ormai”.

Ed ha concluso:

“Tremestieri non è il posto migliore mi hanno detto diversi ingegneri che ho ascoltato. È stata scelta politica sbagliata. È stata attribuita una destinazione commerciale alla zona sud. Molte osservazioni dei progettisti sono state dimenticate”.

Ed ha chiesto, attualmente senza risposta: “Qual è il Piano B se non di arriverà alla cessione del ramo d’azienda?”.

A margine del Consiglio è intervenuta anche Uil.

“Apprezziamo l’iniziativa del consiglio comunale di Messina che ha provato a ricercare risposte e certezze sul futuro del porto di Tremestieri – dichiarano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Michele Barresi, segretario generale Uil Trasporti Messina, Nino Di Mento, segretario provinciale porti e logistica, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica – ma è stato solo l’ennesimo buco nell’acqua e abbiamo dovuto constatare come l’amministrazione comunale continui a nascondere le proprie enormi responsabilità scaricandole miserabilmente su altri , senza dare alcuna certezza, se non la banale speranza di un aiuto governativo che ponga rimedio al proprio evidente e conclamato fallimento. L’assessore Mondello, senza rossore, è arrivato paradossalmente a chiedere, in aula, le scuse di chi ha l’ardire di criticare questo macroscopico fallimento amministrativo e politico, ma non trova l’umiltà di ammettere che la Uil, ormai da lunghi anni ed in maniera solitaria, ha preannunciato il triste epilogo dei lavori per la realizzazione del porto di Tremestieri a cui oggi assistiamo e che l’amministrazione comunale di Messina ha evidentemente sottovalutato . In ultimo, dobbiamo registrare l’ennesimo atto liberticida posto in essere dal presidente del consiglio comunale Pergolizzi e da questa amministrazione – concludono Tripodi, Barresi, Di Mento e De Vardo – che, in maniera anti-democratica, hanno impedito al sindacato di intervenire ponendo il bavaglio alle critiche e alla verità dei fatti evidenziando una gravissima ed inaccettabile allergia al dissenso e alle critiche”.

Michele Bruno.

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