Diversi utenti Amam che hanno cessato mesi fa il servizio di fornitura idrica con l’azienda starebbero ancora aspettando il rimborso del deposito cauzionale. A denunciarlo è il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale Libero Gioveni, che al riguardo ha chiesto alla presidente di Amam Loredana Bonasera maggiori dettagli sulle tempistiche dei rimborsi. “Ho ricevuto diverse segnalazioni relative ad eterne attese anche di 8 o 9 mesi per ottenere quanto versato all’atto della stipula di un nuovo contratto di fornitura o di una semplice voltura”, afferma Gioveni.
“Infatti – prosegue il consigliere comunale – il vigente Regolamento di Amam prevede che qualsiasi cittadino o attività commerciale faccia richiesta di nuova fornitura e installazione di contatore o anche di una semplice voltura, debba versare, oltre alla tassa da 60 o 30 euro e alla marca da bollo da 16 euro, anche un deposito cauzionale di 109,90 euro (se trattasi di fornitura per uso domestico) o di 219,80 euro (se invece si tratta di fornitura per uso commerciale).
“Ciò è previsto a garanzia del mancato pagamento dei consumi. Succede però che agli utenti che a vario titolo cessano la fornitura o per vendita dell’appartamento o per cessazione della fornitura, Amam è tenuta a rimborsare quanto riscosso all’atto dell’attivazione, al netto naturalmente di eventuali morosità. Ebbene gli aventi diritto attendono ancora da mesi il rimborso di questi depositi cauzionali, che certamente, sommati, fanno pensare a un bel tesoretto che Amam detiene in cassa ma che ancora (e non si sa per quale motivo) non procede a restituire a questi utenti.
“Sarebbe pertanto auspicabile – conclude Gioveni – che la governance di Amam, come richieda legittimamente i crediti avanzati dagli utenti (moltissimi dei quali però, come più volte rappresentato, attendono ancora anche il bonus idrico), allo stesso modo dia il buon esempio restituendo subito agli aventi diritto i depositi cauzionali versati”.