“Una città abbandonata e paralizzata, prova ne sia che ad un anno dalle elezioni amministrative, la città è sprovvista di un ufficio di presidenza del Consiglio comunale, necessario per la gestione complessiva dell’organo di vertice di indirizzo e controllo”. Terminata la pausa estiva, torna a farsi sentire il gruppo consiliare della Lega. La polemica ruota ancora attorno all’elezione di Nello Pergolizzi quale presidente del Consiglio comunale, giunta dopo le dimissioni di Cateno De Luca per candidarsi a sindaco di Taormina in occasione delle ultime amministrative (poi vinte).
L’elezione di Pergolizzi era stata fortemente contestata dalle opposizioni, tant’è che al riguardo si sta pronunciando il TAR sulla validità. Nell’attesa, però, la consigliera in quota Lega Amalia Centofanti denuncia l’assenza di un ufficio di presidenza in seno al Civico consesso, con votazione dei vice che spetterebbero alle opposizioni.
“Ma il dato grave, – spiega Centofanti – per una amministrazione che sbandiera il rispetto delle regole e delle normative, è la naturalezza che viene attribuita a questa anomalia che rende monco e non operativo l’organo di garanzia per eccellenza che non è stato costituito secondo le norme statutarie e regolamentari. Il Presidente De Luca al momento dell’insediamento è stato eletto a furor di maggioranza, unitamente al suo Vice Sebastiano Pergolizzi. Successivamente, dopo le dimissioni di De Luca, la stessa maggioranza ormai depotenziata non è stata in grado di eleggere un Presidente in modo legittimo, ed in modo illegittimo non ha proclamato l’elezione del Vice Presidente indicato dalle opposizioni sospendendo la seduta.
“Il comportamento di un Presidente autoproclamatosi eletto in maniera illegittima e senza una maggioranza, che non ha tra l’altro proceduto alla proclamazione legittima di un Vice Presidente votato regolarmente dalle forze politiche di opposizione, potendo configurare tra l’altro la fattispecie di reato di abuso di ufficio, dovrebbe compiere un solo atto di responsabilità per ristabilire gli equilibri istituzionali, in relazione ai principi di trasparenza ed imparzialità della pubblica amministrazione: dimettersi.
“Lo stesso a causa del cattivo esercizio di tale funzione, ha compromesso il principio di neutralità del ruolo secondo il quale potrebbe essere addirittura revocato. Purtroppo a causa di questi comportamenti, a distanza di mesi, nonostante il tentativo vano di costituire il suddetto ufficio attraverso due successive votazioni, non si è giunti all’epilogo sperato e Messina risulta l’unica città metropolitana che non è riuscita ad eleggere in seno al suo Consiglio comunale l’ufficio di presidenza”.
“Il dato politico che emerge è preoccupante in quanto evidenzia la precarietà di un’amministrazione che pur sbandierando i principi di rispetto delle regole, antepone le logiche di potere e gli interessi personali all’applicazione dello statuto, del regolamento del consiglio comunale e delle normative vigenti”.