La buona riuscita dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza passa soprattutto dai comuni. È quanto emerso durante un incontro che si è tenuto ieri a Villa Ida su “I Comuni come leva di sviluppo attraverso il PNRR”.
L’evento – organizzato da Quater srls, azienda innovativa che si occupa di formazione ed assistenza tecnica ai comuni interessati dagli investimenti del PNRR – ha visto la partecipazione di Gilda Siniscalchi, capo di Gabinetto del Ministro per gli Affari Europei ed il Sud, le Politiche di Coesione ed il PNRR, oltre che di numerosi sindaci tra i quali il sindaco di Messina Federico Basile in rappresentanza dell’Anci, il sindaco di Taormina e deputato regionale Cateno De Luca e il sindaco di Floresta Antonio Stroscio. Presenti anche il deputato nazionale di Forza Italia Tommaso Calderone, la senatrice di Sud chiama Nord Dafne Musolino, Antonella Merola dell’IGPNRR Gestione operazioni finanziarie PNRR – MEF, Bianca Maria Volpe dell’Ispettorato Generale per il PNRR – MEF, il presidente di Formatemp Francesco Verbaro e il senior advisor Sviluppo locale Piero David e la presidente di Quater Maristella Ridolfo.
“I comuni hanno un ruolo centrale e fondamentale nella riuscita del Pnnr, che rappresenta un’opportunità incredibile per il nostro Paese. – ha dichiarato Siniscalchi – Basta analizzare alcuni dati: fino al 31 maggio 2023 sono stati assegnati al sistema dei comuni circa 36,3 miliardi di euro, quindi il 91% della dotazione finanziaria prevista. Il 40% è destinato alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, il 31% per la coesione e l’inclusione, il 20% per l’istruzione e la ricerca, il 9% per la digitalizzazione e l’innovazione. Un altro dato importante riguarda le gare bandite con risorse Pnnr e Pnc che fino a giugno 2023 sono state 102 mila, delle quali il 51% a titolarità comunale”.
“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha difatti riconosciuto per la maggior parte i Comuni come soggetti attuatori: anche se è una sfida che vede collaborare tutti i livelli di governo. Esiste una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ne fanno parte le amministrazioni centrali, i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni e si cerca di capire quali sono le criticità a livello strategico. Questo ha portato anche ad una revisione del Piano riconoscendo alla presidenza del consiglio un ruolo strategico ed un interlocutore privilegiato con la Commissione Europea per il Pnrr e valorizzando il ruolo del Ministero dell’Economia e delle finanze.
“Il nostro Paese ha pensato di chiedere una revisione del Pnrr per richiedere il capitolo aggiuntivo del RepowerEu italiano, ovviamente la richiesta è in valutazione alla Commissione europea. Sono previsti degli investimenti e delle risorse aggiuntive con una visione incentrata sul futuro dell’Italia per gli approvvigionamenti di energia, che sono fondamentali. Potremo essere costretti a togliere quindi alcuni progetti iniziali dal Pnnr, ma non sono compromessi, continueranno con altre fonti di finanziamento nazionali”.
Molti dei sindaci presenti all’evento hanno evidenziato le problematiche tecniche del Piano di resilienza chiedendo maggiore supporto e informazioni, Siniscalchi li ha rassicurati garantendo il massimo impegno in questo senso. “Purtroppo – prosegue Siniscalchi – la complessità del Pnnr è evidente, perché è un piano di performance, un aspetto nuovo rispetto ad altre tipologie di finanziamenti. Raggiungere gli obiettivi non è semplice, ci sono diversi step e punti critici: tra questi la capacità di intervenire dei soggetti attuatori in particolare dei piccoli comuni per problemi atavici come la mancanza di risorse, in particolare figure tecniche specializzate. L’italia non era forse preparata ad affrontare un piano di tali dimensioni, ma la cabina centrale sta cercando di dare il massimo supporto ai comuni. Un altro problema riguarda il reclutamento di nuove risorse umane poiché purtroppo spesso è possibile assumere per un periodo di tempo limitato e tutto questo rende questi posti meno attrattivi”.
Il presidente di Formatemp Francesco Verbaro è poi intervenuto sugli adeguamenti che devono essere previsti nella Formazione spiegando: “il Pnrr con il suo approccio concreto verso i risultati fisici mette in evidenza l’importanza delle competenze e quindi la fragilità delle amministrazioni italiane in merito. Per questo occorre investire negli uffici del personale, introducendo competenze diverse (economisti del lavoro, psicologi, data analyst). Non bisogna puntare sui numeri, ma su skill essenziali come quelle riguardanti la progettazione di fondi UE sempre più importanti in un contesto in cui non vi sono risorse ordinarie. L’Italia, inoltre, soffre di una scarsità quantitativa e qualitativa di personale.
“Non vi è solo un problema demografico, ma anche di bassa formazione universitaria. Siamo penultimi come tasso di laureati in EU28: con il 27,5% dei laureati rispetto ad una media europea superiore al 40%. È una criticità che comincia ad essere evidente nel privato, come nella sanità e nella scuola. Eppure i fallimenti sui fondi UE e le difficoltà nell’attuare il Pnrr, che richiede competenze tecniche e non personale amministrativo generico, dovrebbero averci insegnato qualcosa. La formazione nei comuni della Sicilia ovviamente rispetto ad una grande sfida come quella del Pnrr dovrà adeguarsi in maniera sensibile”.
L’evento molto apprezzato dai sindaci presenti ha acceso una nuova speranza nelle piccole amministrazioni sul Pnrr, che hanno appreso interessanti notizie e si sono detti fiduciosi che, grazie al supporto promesso, “sarà più semplice non perdere alcun finanziamento”. Quater, azienda all’avanguardia sulla formazione e Pnnr, ha assicurato altri incontri sul tema con i rappresentanti del Governo.