Il governo italiano fuga ogni dubbio sulla proroga degli attuali rettori delle università italiane. Durante un question time che si è tenuto ieri alla Camera, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, nel rispondere a una domanda del deputato Giuseppe Castiglione, ha affermato che non è nel programma del governo una proroga dei rettori in scadenza: “Non è pervenuta al Ministero alcuna istanza formale relativa alla proroga di mandati ai rettori in scadenza prima del 31 dicembre 2026”, ha dichiarato.

Da mesi girava voce che per i rettori il cui mandato stava per giungere alla sua naturale scadenza potesse essere decisa una proroga di due anni. La ratio di una tale decisione era garantire la necessaria continuità amministrativa per implementare i progetti del Pnrr legati all’Università, che dovranno essere completati improrogabilmente entro il 2026. Uno scenario di questo tipo avrebbe comportato che il rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, sarebbe rimasto a capo della comunità accademica per altri due anni, facendo così saltare l’attuale competizione elettorale tra la professoressa Giovanna Spatari, che rappresenta la continuità dell’amministrazione Cuzzocrea, e il professor Michele Limosani, vicino all’ex rettore Pietro Navarra.

Risolta l’incognita proroga, resta ancora da chiarire quando effettivamente si terranno le elezioni del prossimo rettore. Salvo imprevisti, si svolgeranno sicuramente prima di aprile 2024, mese in cui scadrà il mandato del rettore Cuzzocrea. Tuttavia, ancora non si sa nulla relativamente al giorno esatto. Il decano Letterio Bonina, il cui pensionamento è previsto per il prossimo 29 settembre, sta riprovando a fissare una data per il primo turno elettorale, questa volta al 1° dicembre 2023. Resta da capire se ciò possa andare bene ai vertici dell’Ateneo, dato che c’è chi avrebbe da obiettare che le elezioni andrebbero indette dal decano che andrà a sostituire Bonina.