Questa settimana vede gli studenti dell’Unione degli Universitari impegnati in una mobilitazione in tutta Italia contro il caro studio, il caro affitti e la carenza di posti letto pubblici. L’Unione degli Universitari di Messina, con tende e valige, si è ritrovata ieri pomeriggio davanti al Rettorato in appoggio alla protesta nazionale, cogliendo questa occasione anche per “denunciare – scrivono in una nota – la particolare situazione dei posti letto in arrivo, grazie ai fondi del PNRR e le differenze e gli ostacoli che, chi sceglie volontariamente di restare nella propria terra, per completare il proprio percorso di studi, deve necessariamente affrontare”.
“La volontà di restare nella nostra città è messa a dura prova e, spesso, per ottenere condizioni di vita e di studio migliori, siamo costretti alla fuga. L’anno accademico è appena cominciato e i nodi sono subito venuti al pettine. Nessun posto letto in più rispetto all’anno precedente nella nostra città “universitaria”. La Missione 4 del PNRR, che doveva investire sull’istruzione e sugli alloggi universitari è quella che ha fatto discutere di più. Il Piano prevedeva un finanziamento di 960 milioni mirati alla realizzazione di 60mila posti letto in più per studenti entro il 2026, con l’obiettivo di realizzare i primi 7.500 posti aggiuntivi entro il 2022. La lettera, che l’UDU, insieme alla CGIL ha inviato alla Commissione Europea e che ha fortemente infastidito la Presidente del Consiglio Meloni, denunciava come ci fossero delle gravi irregolarità, perché il governo ha tentato di rendicontare tra i posti letto realizzati ex novo anche posti già preesistenti, quindi il numero di posti che il governo annunciava di aver realizzato era falso. Il profondo fastidio per essere stata colta in fallo, ha portato la Premier a reagire in modo scomposto e totalmente fuori luogo, scagliandosi contro gli studenti e il sindacato accusandoli di odiare gli italiani, e ritenendoli responsabili di aver lavorato contro l’Italia. La reazione dell’UDU non si è fatta attendere verso un governo che è responsabile di mistificare la realtà e questa protesta nazionale è la nostra immediata risposta, il problema però non è solo nazionale” denunciano le studentesse e gli studenti di Udu.
La loro denuncia tocca anche il piano locale. “Il Rettore Salvatore Cuzzocrea, e Presidente della CRUI, ha più volte vantato su tutti i giornali la realizzazione di numerosi e virtuosi progetti messi in campo dall’Ateneo messinese per potenziare il numero dei posti letto a vantaggio degli studenti universitari. Secondo questi progetti di adattamento di alcuni hotel cittadini, finanziati con le risorse del PNRR, dovrebbero arrivare 102 nuovi posti letto entro l’anno accademico 2023-2024 (appena iniziato) all’Hotel Liberty e altri 100 all’Hotel Riviera per l’anno a.a. 2024-2025. Il Rettore aveva poi dichiarato che sarebbero stati attivati 200 nuovi posti per il policlinico universitario di cui non abbiamo notizie. Denunciamo, inoltre, con forza alla comunità accademica, agli studenti e alle famiglie che non risulta che questi posti saranno riservati agli aventi diritto, per intenderci: dovrebbero andare a coloro che, fanno richiesta e hanno bisogno di quel posto letto gratuito per vedere realizzato a pieno il loro diritto allo studio. I nuovi posti dovrebbero essere riservati agli aventi diritto della graduatoria che l’ERSU pubblica ogni anno e assegnare i nuovi posti a chi ne ha diritto!”.
I nuovi posti dovrebbero essere riservati per gli aventi diritto della graduatoria pubblica che l’ERSU produce ogni anno e assegnare i nuovi posti a chi ne ha diritto!
“Il dubbio che il Rettore voglia improvvisarsi imprenditore, – incalzano – facendo cassa anche lui, sulle nostre spalle, sorge e purtroppo risulta essere più di un dubbio. Infatti a febbraio 2023 UNIME viene ammessa per il cofinanziamento PNRR, che rientra nella missione 4. L’Università di Messina chiede all’ERSU di Messina le sue graduatorie relative all’anno 2022-2023 per ottenere il finanziamento dell’Hotel Liberty. Tant’è che l’ERSU le fornisce e nella redazione del piano programma per il triennio 2023-2025 inserisce i 102 posti del Liberty promessi dal Rettore. A Giugno 2023 l’ERSU, tramite il suo ufficio borse di studio, chiede alla dirigente competente dell’Università notizie sul numero di posti effettivi presso l’Hotel Liberty, da inserire nel bando ERSU 2023-2024 come programmato. Durante l’estate arriva la risposta: l’Università di Messina comunica che i posti letto delle residenze sotto la disponibilità dell’Ateneo non costituiranno oggetto del bando per il diritto allo studio”.
“Ma come? – chiede il Coordinatore dell’UDU Messina Damiano Di Giovanni – quei fondi del PNRR non dovevano servire per la Next Generation EU? Ci eravamo illusi che finalmente qualcuno stesse investendo su ciò che ci serve, ma purtroppo migliaia di studenti rimarranno senza il loro diritto ad avere una stanza, a meno che, ovviamente, non siano disposti, chissà, forse a pagare un affitto, secondo noi, illecito”.
“Su questa vicenda serve trasparenza e chiarezza, non è accettabile lucrare sulle spalle di chi ha bisogno di un posto alloggio pubblico” aggiunge la segretaria dell’FLC CGIL Messina Patrizia Donato.
Nel frattempo prosegue l’indagine nazionale, condotta da UDU, CGIL E SUNIA sulla condizione abitativa degli studenti universitari, che sarà presentata ad Ottobre e mostra un quadro preoccupante.
“Non vogliamo che vengano ignorati ancora anche i 220 posti fantasma della Casa dello studente di via Cesare Battisti, chiusa da troppi anni, serve un serio investimento della Regione Siciliana affinché venga riaperta entro l’anno prossimo” dichiara Damiano Di Giovanni.
“vogliamo risposte e chiarezza sulla destinazione dei nuovi posti alloggio, che sono uno dei grandi problemi degli studenti fuorisede: studiare nel nostro Paese è sempre più un privilegio e noi non ci fermeremo finché non ci verranno date delle risposte serie. Posti letto, borse di studio, affitti, mense, trasporti, supporto psicologico e assistenza sanitaria gratuita per i fuorisede sono i bisogni della nostra generazione. Crediamo nell’Università pubblica e per tutti, un’idea che a quanto pare si scontra con quella del Rettore e del Governo, noi continueremo a mobilitarci quest’autunno per portare avanti la nostra idea di diritto allo studio e di Università” concludono le studentesse e gli studenti di Udu.