L’inchiesta sulla Sanità messinese “macchia” anche un’organizzazione sindacale cittadina, il cui vertice – secondo quanto emerge dalle intercettazioni – avrebbe avuto contatti ravvicinati del terzo tipo con l’on. Tommaso Calderone, uno degli indagati nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di Messina su presunte pressioni operate dalla politica per ottenere consensi. Com’è noto oltre a Calderone c’è indagato anche l’ex commissario dell’Asp di Messina, Dino Alagna, il quale davanti al magistrato avrebbe iniziato a parlare.

Ma ci sono delle inquietanti intercettazioni fra il parlamentare barcellonese e l’ex direttore generale dell’Asp dalle quali si evince in maniera chiarissima come l’obiettivo dell’azione politica fosse quello di “zittire” la Uil di Messina, i cui vertici si sono distinti per la contrapposizione a vantaggio del servizio sanitario.

Il caso specifico afferisce all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, finito nel mirino dei sindacati in piena emergenza Covid per la cosiddetta Terapia intensiva “fantasma”. Una vicenda che fece molto scalpore all’epoca e che generò la protesta anche dei cittadini riuniti in Comitato.

“Gli facciamo finire il giochetto a tutti, alla Uil, al Comitato e a tutti i detrattori di FB”: è quanto emerge da una intercettazione fra Calderone e La Paglia.

Ma ci sono anche altre intercettazioni che mettono a nudo quello che potremmo definire il carrierismo sindacale di taluni, portato avanti attraverso contatti ravvicinati con la politica. Il rappresentante sindacale, intercettato dalla Procura, in una telefonata con l’on. Calderone esulta alla notizia della nomina di Alagna all’Asp. Esulta perchè Alagna era notoriamente nella grazie di Calderone.

Il ruolo di un sindacato – nello specifico – è finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura e non è escluso che possano emergere altri elementi utili ai fini dell’indagine. Inchiesta che potrebbe riservare qualcosa di nuovo nei prossimi giorni.