Licenziamento apprendisti Atm, sindacati scendono in campo: domani sciopero

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Licenziamento apprendisti Atm, sindacati scendono in campo: domani sciopero

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lunedì 06 Novembre 2023 - 10:33

I sindacati scendono in campo per protestare contro il “licenziamento” (precisamente, la mancata conferma) dei cinque apprendisti che lavoravano per Atm. Fit Cisl, Uiltrasporti e Orsa hanno annunciato infatti di aver indetto per domani, martedì 7, uno sciopero di 4 ore, tra le 15 e 30 e le 19 e 30, oltre che un sit-in di protesta davanti palazzo Zanca che prenderà avvio alle 17.

“Nonostante le pressioni giunte da più parti volte a depotenziare la protesta abbiamo deciso di non voltarci dall’altra parte abdicando al ruolo di difesa dei lavoratori – dichiarano Letterio D’amico, Michele Barresi e Mariano Massaro, segretari di Fit Cisl, Uiltrasporti, e Orsa – confermando 4 ore di sciopero convinti che il provvedimento di licenziamento di cinque lavoratori apprendisti sia l’apice della gestione autoritaria e arrogante di un’azienda pubblica che diventa padronale.

“Abbiamo tentato tutte le strade possibili del confronto sindacale in questi mesi ma persino la mediazione prefettizia non è stata sufficiente affinché l’Atm Spa facesse “chiarezza” sulla decisione di non proseguire il rapporto di lavoro di cinque autisti apprendisti comunque giudicati idonei al profilo. Se l’azienda pubblica non vuole utilizzare il principio della trasparenza su criteri e decisioni gestionali che toccano la vita dei lavoratori e dello loro famiglie, i sindacati non possono che chiamare alla protesta i lavoratori. Quattro ore di sciopero che per questi sindacati sono solo un simbolo per rispondere e difendere la dignità e i diritti della categoria che sappiamo subisce anche in questa occasione forti pressioni per non aderire alla protesta.

“Quattro dei cinque lavoratori licenziati hanno deciso di scrivere di pugno una lettera aperta alla città e ai colleghi chiamato a scioperare – concludono i sindacati – e pertanto domani in concomitanza dello sciopero alle ore 17 una delegazione in sit in porterà le loro ragioni al cospetto del signor sindaco a Palazzo Zanca”.

La lettera degli apprendisti: “Cosa abbiamo fatto di grave per essere fuori dalla nostra azienda?”. Di seguito riportiamo un estratto della lettera aperta scritta da quattro dei cinque apprendisti.

“Cari colleghi, apprendisti, stabilizzati, anziani, giovani e di ogni appartenenza sindacale, siamo gli ex autisti apprendisti, avete letto bene, SIAMO EX senza un motivo. Dimenticati da tutti, purtroppo anche da alcuni colleghi con cui abbiamo condiviso le ansie della selezione, la gioia dell’assunzione e tutti gli ostacoli del percorso formativo. Vivere senza prospettive future dopo esserci illusi della certezza di un lavoro stabile è una “Via Crucis” che non auguriamo a nessuno ma fa più male sentire nel piazzale lavoratori, colleghi, “amici”… che in preda al terrorismo psicologico attivato in azienda, per indotta pavidità prendono le distanze dalla nostra tragedia, fino a individuare fantasiosi motivi per cui, secondo alcuni, ci saremmo meritati il licenziamento. Si amici, si è arrivati a questo, per paura di entrare nel tritacarne aziendale, o peggio, per aspettative e tornaconti personali, si denigra il collega licenziato pur di non mettersi contro l’azienda e per giustificare la presa di distanza dalla nostra vertenza per la vita. Cosa avremmo fatto di tanto grave rispetto ad altri per essere sbattuti fuori da un giorno all’altro con la fredda consegna di una lettera che non contiene le motivazioni? Non ci droghiamo, non siamo alcolizzati, non abbiamo rubato, abbiamo lavorato onestamente entro i limiti delle nostre capacità che ATM ha ritenuto sufficienti per dichiararci ufficialmente formati e idonei alla mansione di Operatore di Esercizio, ma siamo fuori e l’assenza di motivazione è più angosciante dello stesso licenziamento.

“Il nostro dramma è la disoccupazione che crediamo di non meritare e la nostra speranza siete voi, vi conosciamo uno ad uno e siamo certi che giorno 7 novembre sarete al nostro fianco. I sindacalisti cambiano, la dirigenza aziendale è di passaggio ma la solidarietà e il mutuo sostegno fra lavoratori restano incisi per sempre nella pietra della dignità e saranno lo strumento per affrontare uniti le ingiustizie di domani, quando il malcapitato di turno sarà uno di voi. Un pensiero a Pippo Campagna è doveroso: Presidente, cosa abbiamo commesso di tanto grave per essere fuori dalla NOSTRA Azienda? Perché le motivazioni del nostro licenziamento sono un segreto di Stato? Abbiamo il diritto di sapere! Ci convochi, anche in modo informale, solo noi, senza sindacati e senza avvocati, e fra le quattro mura descriva le nostre colpe e spieghi se esiste una strada per rimediare. Siamo disposti a tutto, il nostro unico obiettivo è quello di tornare a lavorare nella NOSTRA Azienda e sbarcale il lunario per le nostre famiglie. Lei è padre e sa cosa significa…”.

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