Giornalista di Repubblica portato in questura, arriva la solidarietà

Michele Bruno

Giornalista di Repubblica portato in questura, arriva la solidarietà

martedì 07 Novembre 2023 - 11:40

Come denunciato anche dagli attivisti di Ultima generazione che ieri hanno manifestato a Messina per chiedere un fondo di riparazione per i danni degli eventi climatici estremi (qui la notizia), durante il sit in, oltre agli ambientalisti, anche il giornalista di Repubblica Fabrizio Berté è stato portato in questura per essere interrogato. Arrivano così le note di solidarietà del sindacato Figec e di Assostampa nei confronti del giornalista.

“La Figec di Messina esprime piena solidarietà al collega di Repubblica, Fabrizio Bertė, perquisito e trattenuto dalla Digos negli uffici della questura, “reo” di svolgere appieno il diritto-dovere di cronaca cui ogni giornalista è chiamato a rispondere nell’ambito di una professione sottoposta, mai come ora, a continue intimidazioni tese a mettere il guinzaglio all’informazione.Il giornalista, infatti, stava parlando con un attivista di “Ultima generazione” per documentare la manifestazione di protesta che si sarebbe svolta da li a breve, quando è stato fermato dagli agenti a cui non è bastata la consegna dei documenti di identità, compreso il tesserino di iscrizione all’Ordine dei giornalisti e nemmeno la disponibilità a fare perquisire lo zaino.Figec, nel ribadire pieno rispetto del lavoro delle Forze dell’Ordine, chiede uguale rispetto per il lavoro di chi fa giornalismo in maniera corretta al servizio dei cittadini”.

“Stamane – ndr ieri mattina – a Messina agenti della Digos hanno impedito l’esercizio del diritto di cronaca al giornalista Fabrizio Bertè del quotidiano La Repubblica. Il cronista si stava recando in via Giuseppe Garibaldi, all’altezza di via Loggia dei Mercanti, dove era prevista, alle 10,45, una manifestazione di protesta di aderenti alla campagna “Fondo riparazione”, promossa da Ultima generazione. Il giornalista è stato fermato in largo Seggiola, mentre era insieme ad uno degli aderenti all’iniziativa di protesta nonviolenta, e portato in Questura. Bertè è stato sottoposto a perquisizione. E’ stato rilasciato dopo due ore. Il giornalista ha più volte sottolineato che il fermo non gli permetteva di esercitare il diritto di cronaca. L’Associazione siciliana della stampa, nell’esprimere la piena solidarietà al collega, chiede che sia fatta piena luce su questo episodio che sembra configurarsi come un impedimento all’attività giornalistica garantita dalla Costituzione”.

Sul profilo Facebook del giornalista sono arrivati diversi messaggi di solidarietà da cittadini messinesi e colleghi.

C’è anche l’Ordine dei giornalisti Sicilia ad esprimere “solidarietà al collega Fabrizio Bertè, fermato e perquisito oggi – ndr ieri – dalla Digos, quindi trattenuto in Questura e rilasciato dopo circa due ore. L’accaduto mentre il giornalista del quotidiano la Repubblica Palermo stava recandosi in via Garibaldi, a Messina, per documentare una manifestazione di protesta di aderenti alla campagna “Fondo riparazione” promossa dal movimento Ultima generazione. Il giornalista, mentre stava parlando con uno degli aderenti all’iniziativa, è stato portato in Questura, sottoposto a perquisizione e rilasciato dopo un paio d’ore. La sequenza dei fatti ha materialmente impedito a Fabrizio Bertè di svolgere il suo lavoro. Un episodio su cui l’Odg Sicilia chiede sia fatta luce, ribadendo ancora una volta che il diritto di cronaca è sancito dall’articolo 21 della Costituzione”.

Oggi arriva persino l’intervento politico del deputato di Alleanza Verdi Sinistra, nonché segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che afferma:

“Trovo francamente incredibile quanto accaduto ieri a Messina dove un giornalista di “Repubblica” è stato fermato e trattenuto per alcune ore in Questura, impedendogli di seguire una manifestazione ambientalista”.

“Vorremmo ricordare – aggiunge – che siamo in uno Stato democratico e il ruolo dell’informazione è assolutamente prezioso e da tutelare. Se qualcuno pensa, con azioni intimidatorie o pretestuose di compiacere chi attualmente è al governo si sbaglia di grosso”.

“Chiederemo con un interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno – conclude il leader di SI – di chiarire la vicenda e ci aspettiamo che il questore di Messina chieda scusa al giornalista e siano presi i provvedimenti necessari sia nei confronti degli autori dell’azione di ieri sia per evitare che in futuro si ripetano”.

Michele Bruno.

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