Pro Loco Messina Sud, con una richiesta che verrà inviata per pec a tutte le istituzioni interessate, chiede il recupero del sentiero storico Briga – San Placido di Calonerò e la realizzazione nel percorso di punti di sosta e di un belvedere.
“Ieri pomeriggio, accompagnati dall’ex consigliere della I Circoscrizione Pino Rizzo, abbiamo effettuato un sopralluogo sul vecchio sentiero che dal villaggio di Briga portava a San Placido Calonerò: fino a qualche decennio fa, lo percorrevano anche gli studenti per raggiungere a piedi l’Istituto agrario Cuppari.
Oggi, come si può vedere dalle foto, non è più fruibile e in sicurezza, a parte qualche intervento di pulizia da parte di volontari, come quello realizzato nel 2020, nell’ambito del Cammino della Bellezza, organizzato da Camminare i Peloritani. L’origine del sentiero è molto antica, come è testimoniato dal selciato che si intravede sotto la vegetazione e parti di terreno franato. Si racconta che lo attraversò anche Carlo V, quando nel 1535 soggiornò al Monastero dei benedettini di San Placido di Calonerò. Nell’area circostante, dove si trova anche il vigneto dell’Istituto Agrario Cuppari, sono ancora visibili dei rari manufatti utilizzati durante la seconda guerra mondiale dalla stazione aerofonica militare antiaerea: il muro d’ascolto (unico esemplare di questo tipo in Italia e il secondo in Europa insieme a un altro identico che si trova in Grecia) e gli aerofani fissi servivano a intercettare le onde sonore provocate dagli aerei nemici, per individuarne la provenienza e allertare la difesa antiaerea.
Si tratta dunque di un luogo dall’alto valore storico, ma anche naturalistico e paesaggistico, per questo vogliamo rilanciare la proposta dell’Ex consigliere Pino Rizzo, per lo studio di un progetto di recupero del sentiero e la realizzazione di punti di sosta e belvedere, di cui la zona sud di Messina avrebbe bisogno.
La proposta andrebbe rivolta alla Città Metropolitana, proprietaria di gran parte dell’area, ma auspichiamo anche un intervento in sinergia con altri enti pubblici, come Comune e Regione, mediante il dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale”.