Dopo tante discussioni in Consiglio Comunale è arrivato il momento della verità. Su proposta del Presidente del Consiglio Nello Pergolizzi verrà discussa in aula, il prossimo 8 gennaio 2024, la delibera con cui si contestano l’incompatibilità e l’ineleggibilità sopravvenute per il consigliere Maurizio Croce, che all’epoca fu eletto in quanto candidato sindaco della coalizione più votata, il centrodestra.
A Croce viene contestato il ruolo come commissario al dissesto idrogeologico per la Regione Sicilia. Croce era stato già commissario del Governo Musumeci, poi, dimessosi per partecipare alle ultime elezioni amministrative, era stato per la seconda volta nominato dal nuovo presidente Renato Schifani.
Secondo la delibera, si ritiene di considerare la struttura commissariale da lui guidata come organo dell’Amministrazione statale. Si legge infatti che tra le cause di ineleggibilità sopravvenuta vi è quella all’art. 9 comma 1 punto 1 della Legge regionale n.31/1986 che prevede che “non sono eleggibili a consigliere comunale… i dipendenti civili dello Stato che svolgono le funzioni di direttore generale o equiparate, o superiori….” e che “la Corte Costituzionale nella sentenza del 26 luglio 2023, citata anche dal TAR Lazio nella sentenza n. 1656/2009, ha affermato in più occasioni la natura statale degli Uffici Commissariali rilevando in particolare che i provvedimenti posti in essere dai commissari delegati sono atti dell’amministrazione centrale dello Stato”. Si contesta infatti a Croce la caratteristica dirigenziale e di vertice del suo ruolo.
Si legge anche che tra le cause di incompatibilità sopravvenuta, l’art. 10, comma 1 punto 2 della stessa legge prevede che “non può ricoprire la carica di consigliere comunale ‘colui che, come titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento ha parte, direttamente o indirettamente, in somministrazioni o appalti, rispettivamente nell’interesse della Provincia o del Comune…'”.
La discussione era nata durante la seduta dello scorso 29 maggio, dalle contestazioni di diversi consiglieri comunali, tra cui Pippo Trischitta, facente parte della maggioranza a sostegno di Federico Basile.
Croce adesso ha 10 giorni per depositare rilevazioni e controdeduzioni per difendersi dalla contestazione o eliminare le cause di ineleggibilità e incompatibilità, dimmettendosi dall’incarico commissariale.
Dopodiché il Consiglio potrebbe dichiarare la sua decadenza dal ruolo di consigliere comunale, votando a favore della delibera, o potrebbe votare contro, salvandolo dalla contestazione.
Al suo posto potrebbe subentrare l’ex consigliere Alessandro Russo, primo dei non eletti della lista De Domenico Sindaco (centrosinistra).
Al momento, stando ai numeri in Consiglio, Croce non avrebbe i numeri per farcela. 15 sono i voti su cui può contare la “maggioranza” Basile, 2 i voti per il gruppo PD, 15 tra centrodestra e altri. Dovrebbero bastare 17 voti contro 15 per decretare quindi la decadenza di Croce.
Michele Bruno.