Trasferire ed acquisire esperienze. Uno scambio mutuo tra due realtà molto simili. È ciò che ha avuto vita ieri sera nel confronto tra Coordinamento associativo per la tutela della Chiesa Normanna e il Comitato Ex Sanderson. Un incontro tra il Coordinamento che ha fatto riaprire e salvare la Chiesa Normanna Santa Maria di Mili (dove si è svolto) e il Comitato che vuole far riaprire al pubblico e dare nuova vita alla Sanderson, l’ex fabbrica agrumaria sita tra Pistunina e Tremestieri, chiusa dopo il suo fallimento.
Ha aperto i lavori Ivan Tornesi, presidente di Pro Loco Messina Sud, che fa parte di entrambe le realtà, parlando delle sfide che attendono il Comitato Ex Sanderson, dei primi passi compiuti e della possibilità di prendere esempio dall’altro Comitato.
“Quella della Chiesa Normanna è una realtà dal basso che ha ottenuto risultati importanti ed oggi Coordinamento, Curia e Ctg Lag Mili si stanno occupando di mantenere il bene. È l’esperienza precedente che ha più motivato la nascita del Comitato Ex Sanderson” ha sottolineato.
Dopodiché il prof. Sebastiano Busà di Ctg – Gruppo Lag Mili ha raccontato la storia di questo luogo, a partire dalle origini normanne in poi. Evidenziando il legame storico che esiste tra Tremestieri e Mili, legati rispettivamente allo sbarco e ai primi insediamenti normanni e del Conte Ruggero in Sicilia, capo normanno che conquistò l’isola.
“Questo luogo è importante non solo per questo, ma perché è il primo esempio di arte arabo-normanna come quelli che vediamo a Palermo, con le decorazioni ad archi intrecciati, ed è un luogo di intrecci di popoli e culture, perché gli arabi, sconfitti da Ruggero, hanno lavorato alla realizzazione di questa Chiesa, creando anche la prima cupola araba siciliana, assieme ai greci e ad architetti latini probabilmente provenienti dal Nord Italia, chiamati dal sovrano” ha spiegato Busà.
“I Normanni realizzarono una fusione a freddo tra culture, gli arabi sconfitti, i normanni, e i greci di origine bizantina furono in certo modo costretti a convivere, ma fu un esperimento ben riuscito. Sarebbe una cosa impensabile oggi forse” ha approfondito. “Qui nasce anche il primo esempio di feudalesimo siciliano ecclesiastico, con la baronia affidata all’abate greco Michele, a capo della Chiesa e della comunità di monaci greci locale e sono seppelliti anche i resti di Giordano, figlio di Ruggero” ha aggiunto.
Dopodiché ha raccontato le vicissitudini successive del luogo, con il danneggiamento di parte del tetto “sostituito da uno nuovo con materiale recuperato dal vecchio Duomo”, i diversi rifacimenti, come quello cinquecentesco, che hanno modificato anche pesantemente l’interno, e infine il passaggio nel 1866 al Fondo dei luoghi di culto del Ministero, con la confisca dei beni alle congregazioni religiose.
“La Chiesa non è mai stata sconsacrata infatti, ma non più utilizzata per il culto”, ha chiarito Busà.
Per concludere poi che “non è vero che i messinesi non valorizzano I propri beni culturali, ne siamo un esempio noi qui, che dal basso e anche senza le istituzioni ci occupiamo di mantenere e di salvaguardare realtà come questa unendoci, come semplici cittadini e abitanti, anche sobbarcandoci spese, come l’utenza della luce, pagata direttamente da Ctg Lag”.
Ha in seguito preso la parola Eugenio Enea, vicepresidente di Associazione Ionio – Circolo Arci e primo portavoce del Coordinamento associativo, che ha presentato gli eventi della storia recente, con la nascita del Coordinamento stesso. Ionio è promotrice anche del Comitato Ex Sanderson.
“Il Comitato per la Chiesa Normanna nasce nel febbraio 2020, ma è preceduto da anni di battaglie di Ionio, Ctg Lag e di Pro Loco per il recupero del bene. Degli anni precedenti sono manifestazioni, come il ‘Cultural day’, che prevedevano anche cortei di rievocazione storica, flash mob come ‘Aspettando Godot’, con l’utilizzo satirico di oggetti simbolo dell’inerzia della burocrazia locale. Nel 2020 abbiamo deciso di creare un Coordinamento che allargasse a quanti più cittadini e realtà possibile, anche fuori dalla zona sud, l’impegno per la riapertura ed il restauro della Chiesa. Si è scelto di creare una organizzazione non strutturata, dopo molte discussioni. Dopodiché però è arrivato il Covid e gran parte delle azioni organizzate sono state frutto di riunioni online, come #iostoconlachiesanormanna, iniziativa in cui abbiamo avuto anche il sostegno di Ninni Bruschetta”.
Enea rammenta “gli incontri con la Soprintendenza e le istituzioni locali per sensibilizzare la riapertura del monumento, ma la svolta è arrivata attraverso tre passaggi seguiti dal coordinamento nel corso della sua attività, in cui si è mirato a far dialogare tutti i soggetti coinvolti a livello nazionale e locale: l’intervento del Ministero dell’Interno, proprietario del bene, che su indicazione del Coordinamento ha dato l’input per la riapertura del monumento agli enti locali, anche attraverso lo stanziamento di 400mila euro con fondi del PNRR;Dopo la denuncia delle associazioni fondatrici del coordinamento, il ripristino del portale cinquecentesco vandalizzato tra il 2014 e il 2016, ma rimasto in condizioni precarie per anni;Infine, la definitiva soluzione si è raggiunta grazie alla messa in sicurezza della porzione di monastero che collega chiesa e monastero, ottenuto su suggerimento del coordinamento con i fondi regionali, si è salvata la struttura e si è potuta riaprire”.
“Nonostante ciò la Lega, allora al Governo con Musumeci, e il deputato Antonio Catalfamo, si erano presi il merito dei risultati ottenuti, e siamo pubblicamente intervenuti per chiedere di rettificare questa falsità”.
Un saluto è stato portato anche dal parroco di Mili, Padre Antonino Gugliandolo, che si è seduto tra gli astanti ad ascoltare, ed ha augurato a tutti un buon anno nuovo. Infine il brindisi con gli auguri per l’anno nuovo, con lo stappo dello spumante e un rinfresco.
Michele Bruno.