È il giorno atteso della discussione in Consiglio Comunale sulla presunta ineleggibilità e incompatibilità sopravvenuta del consigliere di centrodestra Maurizio Croce, e si è risolto con un rinvio, durante una seduta in cui erano presenti 23 consiglieri su 32, con assente di spicco il diretto interessato.
Il rinvio è dovuto ad una richiesta del consigliere di maggioranza deluchiana Giuseppe Schepis, che aveva ritenuto necessario, per maggiore chiarezza del Consiglio, in vista del voto, poter leggere il parere reso a Croce dall’Avvocatura dello Stato in merito al suo incarico. Richiesta subito approvata dal gruppo di Fratelli d’Italia nella persona del capogruppo Libero Gioveni, dopo una riunione dei capigruppo su cui si era sospeso il dibattito d’aula.
Dopo qualche discussione, con la richiesta di Felice Calabrò (Partito Democratico) di porre tempi certi per tutelare gli aventi diritto a subentrare a Croce, e con una prima proposta del presidente Nello Pergolizzi di calendarizzare una nuova seduta in 10 giorni, è passata la linea chiesta da FdI in 30. I lavori d’aula sono quindi aggiornati a 30 giorni da oggi.
Una seduta abbastanza articolata, subito aperta da un dibattito sulla necessità di leggere in aula l’intera delibera, come chiesto da Pippo Trischitta. A lamentarsi proprio Gioveni ed il suo gruppo. Dopo la lettura e la delucidazione sull’atto fatta dalla dirigente predisponente Laura Strano e della segretaria generale Rossana Carrubba, sono iniziati i lavori. La dirigente ha chiarito il quadro giuridico da cui nasce la contestazione. Dopo un parere di Anac che ha escluso l’incompatibilità e ineleggibilità sulla base del decreto legislativo 8 aprile 2013, n.36 ma che ha indicato di possibile interesse la legge regionale del 24 giugno 1986, n. 31. Questa stabilisce che siano i consigli comunali a stabilire l’incompatibilità e l’ineleggibilità sopravvenute per i consiglieri, non un tribunale. Una norma elettorale. Questa stabilisce che chi ha un incarico di natura amministrativa statale ed è in conflitto di interessi, in quanto può usufruire delle strutture comunali per il suo ruolo nell’ambito della gestione di appalti, non è compatibile e non è eleggibile come consigliere. Ciò è però da interpretare, ed a farlo deve essere il civico consesso.
Durante la discussione, uno dei momenti più accesi di dibattito è avvenuto quando il consigliere Dario Carbone, collega di Gioveni, ha contestato la natura politica e non tecnica della delibera, anche a mettere in discussione la definizione di atto dovuto fatta da Pergolizzi e posizioni come quella di Calabrò e Pippo Trischitta (maggioranza), che ritengono il provvedimento come a tutela di Croce stesso, perché, durante la procedura di contestazione prevista dalla legge, l’ex candidato sindaco del centrodestra potrà portare le sue controdeduzioni per confermare il suo diritto a mantenere l’incarico.
La procedura d’altronde prevede che, se sarà votata favorevolmente la contestazione, entro 10 giorni l’interessato potrà portare memorie a sua difesa, facendo magari cambiare idea ai suoi colleghi, che poi dovranno votare nuovamente dopo 10 giorni. Si prevede quindi un lungo iter, anche visto il rinvio deciso oggi.
Il presidente del Consiglio Nello Pergolizzi (proponente della delibera) aveva risposto a Carbone di essere offensivo nei confronti della dirigente predisponente e della segretaria, definendo politico il loro lavoro. Antonella Russo (PD) invece ha espresso che per lei si tratta di “una delibera tecnica e giuridica di altissimo valore, che ha anche conseguenze politiche, ma l’aula ha il dovere di vagliare certi dubbi”. Ha anche chiarito di avere “qualche dubbio su una possibile ineleggibilità originaria, non succesiva”, del consigliere interessato.
Un altro momento di dibattito è stato aperto dal consigliere della Lega Giuseppe Villari, che ha contestato la mancanza di chiarezza su quali fossero i consiglieri che avevano posto la questione Croce in aula prima dell’incompatibilità. Ruolo rivendicato anche oggi, in risposta, da Trischitta.
Quest’ultimo ha anche chiarito, così come fatto anche da Strano, che è in corso anche la predisposizione di una delibera che contesta a Croce anche la decadenza per le sue molte assenze. Si è arrivati a predisporre prima quella di oggi.
E quello sulle tempistiche di presentazione e di esitazione della delibera è stato un altro filone del dibattimento. Carbone aveva chiesto lumi di un possibile danno al Comune in caso di tempi troppo lunghi. Strano e la segretaria generale Carrubba hanno chiarito che non ci sono tempi limite in merito.
Un emendamento è stato presentato da Felice Calabrò.
È stato, infine, anche il consiglio in cui Giovambattista Caruso ha costituito in aula il gruppo della DC di Totò Cuffaro, ufficializzando il passaggio gìa noto in questi ultimi giorni, dal centrosinistra al centrodestra.
Michele Bruno.