Maurizio Croce è stato sospeso dal Consiglio Comunale. Si aspettava la notizia, ma adesso è ufficiale. Il provvedimento è stato preso dalla prefetta Cosima Di Stani, a seguito degli arresti domiciliari per il soggetto attuatore del Commissario per il dissesto idrogeologico, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione relativa ai lavori al Torrente Bisconte.
“Il provvedimento è stato adottato ai sensi del decreto legislativo n.235/2012 a seguito dell’invio, da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – Direzione investigativa antimafia, dell’ordinanza del 4 marzo (eseguita il 14, n..d.r.) dal Tribunale di Messina. Tribunale che ha disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dello stesso consigliere comunale” si legge nella comunicazione della Prefettura.
La situazione aveva scosso la politica locale e siciliana e oltre alle reazioni registrate ieri, c’era stata anche la sospensione dal partito Forza Italia, a cui apparteneva Croce. La decisione era stata presa dal coordinatore siciliano Marcello Caruso, che ha spiegato:
“Sono assolutamente fiducioso e rispettoso del lavoro svolto dalla Magistratura, che è soltanto all’inizio del proprio iter, così come auspico che la vicenda possa essere al più presto risolta e che il Consigliere Croce possa chiarire la propria posizione. A conferma del nostro impegno costante per la trasparenza e la legalità ed allo stesso tempo per sottolineare la posizione chiara ed inequivocabile di Forza Italia nel pretendere che sia fatta chiarezza in tempi brevi, abbiamo ritenuto di sospendere il consigliere Croce dal partito e da qualsiasi incarico.”
Adesso in molti chiedono le sue dimissioni dalle cariche ricoperte, come quella di consigliere comunale. Lo fa ad esempio il Coordinamento Provinciale del PD:
“I fatti alla base dell’indagine della Guardia di Finanza in cui risulta coinvolto, tra gli altri, il consigliere ed ex candidato Sindaco del centro destra Maurizio Croce, dimostrano quello che il Partito Democratico di Messina ha sempre sostenuto, ovvero l’evidente conflitto di interessi e conseguente incompatibilità tra le due cariche di consigliere comunale e di Soggetto Attuatore. Inoltre, sulla predetta incompatibilità si è, tra l’altro, espressa anche l’Avvocatura Distrettuale dello Stato, con due pareri del maggio 2023. Le dette circostanze, per quanto lapalissiane, non hanno convinto i consiglieri comunali di centrodestra i quali hanno bocciato la relativa delibera avente ad oggetto la decadenza del consigliere Croce attesa la sopravvenuta ineleggibilità e conseguente incompatibilità. È evidente ai più che alla base della conseguenza definitiva consistente nella decadenza predetta vi è l’intenzione del Legislatore e nazionale e regionale di evitare situazioni generanti conflitti di interesse come quella oggetto
dell’odierna cronaca”.
“Oggi il tema dell’incompatibilità del consigliere Croce può apparire un fatto secondario rispetto al grave impianto accusatorio emerso dall’indagine, – continuano – ma, invero, proprio il rispetto delle normative richiamate, sul solco dei principii costituzionali di trasparenza e imparzialità, garantisce dalle disfunzioni oggi emerse. E’ la confusione dei ruoli, l’essere contemporaneamente il controllore e il controllato, che determina poi casi di mala gestione della cosa pubblica. Su quest’ultimo punto della commistione dei ruoli dovrebbe interrogarsi il presidente della Regione, al quale più volte è stata segnalata tale grave discrasia, segnalazione rimasta inascoltata”.
“Pertanto dalla situazione odierna possiamo trarre un insegnamento per tutti, – concludono – ovvero che i principii generali patrimonio dell’intera comunità non devono essere mai messi da parte per mera appartenenza politica o per preservare equilibri di potere. Sulla vicenda giudiziaria ci affidiamo totalmente alla magistratura, tuttavia la gravità delle accuse impone una presa di coscienza da parte delle forze politiche e in particolare da parte della coalizione di centrodestra con la conseguente assunzione dei comportamenti volti a preservare l’istituzione Consiglio comunale da qualsiasi nocumento, ragione per la quale riteniamo doverose e indifferibili le dimissioni del dott. Croce da tutte le cariche ricoperte”.
È intervenuto anche il leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca, che ne chiede le immediate dimissioni dal Consiglio comunale.
“Maurizio Croce mostri rispetto per la città di Messina e rassegni le proprie dimissioni da un ruolo che non ha mai onorato in consiglio comunale. Chiedo a tutte le forze politiche di centro destra che lo hanno sostenuto come candidato sindaco della città alle scorse elezioni amministrative e che nelle ultime settimane hanno votato contro la delibera di decadenza per le assenze registrate da Croce in consiglio, ben 159 assenze su 167 sedute, di battere un colpo. Le forze politiche di centro destra e i consiglieri comunali che per ben due volte hanno votato contro la decadenza di Croce spieghino oggi alla città le ragioni politiche o le ragioni di altra natura a fondamento del loro ingiustificabile sostegno alla permanenza di Maurizio Croce nel consiglio comunale. Cosa hanno avuto in cambio per continuare a giustificare la sua presenza in un consiglio comunale nei confronti del quale non ha mai mostrato il minimo rispetto istituzionale snobbandolo costantemente con le sue assenze?”
“E pensare che Messina ha persino corso il rischio di ritrovarselo come presidente del consiglio comunale – aggiunge De Luca – nel corso della votazione del 30 maggio 2023 il cui esito fu 15 preferenze per Pergolizzi; 14 per Croce. É chiaro che l’obiettivo di Croce era quello di ricoprire un ruolo che gli consentisse di condizionare l’azione amministrativa del sindaco Basile e quindi anche di Cateno De Luca. Ho sempre denunciato pubblicamente l’appartenenza di Maurizio Croce al sistema “politico mafioso” che gestisce miliardi di euro dei fondi extraregionali. Maurizio Croce infatti di professione fa il gestore di miliardi attraverso i ruoli che ha sempre ricoperto indipendentemente dal colore politico del governo, prima infatti con Raffaele Lombardo, poi Rosario Crocetta, Nello Musumeci e in ultimo Renato Schifani.Pur cambiando la gestione politica della regione siciliana non è mai cambiata la gestione politico mafiosa dei soldi pubblici.Ricordo a tutti che Maurizio Croce è sempre stato nella sala dei comandi con i presidenti di tutto l’arco costituzionale: autonomisti, di centrodestra e di centrosinistra. Non a caso evidentemente negli ambienti che contano è che non sono solo quelli politici, Maurizio Croce é noto come ‘l’amico di tutti'”.
“Invito la magistratura, nel cui operato ho estrema fiducia, – conclude – a voler fare la radiografia a tutti gli appalti e gli affari seguiti dalla struttura commissariale negli ultimo dieci anni a trazione Maurizio Croce , ma non ho dubbi lo stia già facendo. Adesso tocca alla politica regionale e nazionale, di cui Maurizio Croce si gloriava di essere ben coperto, di dare un segnale chiaro e deciso”.
Michele Bruno.