Ponte: Germanà incontra Ciucci, docenti si mobilitano contro

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Ponte: Germanà incontra Ciucci, docenti si mobilitano contro

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mercoledì 10 Aprile 2024 - 09:00

Il senatore Nino Germanà, vicecapogruppo della Lega a Palazzo Madama, ha incontrato ieri mattina a Roma l’amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci ed il responsabile tecnico Valerio Mele per avere chiarimenti e dati certi sui temi che stanno più a cuore ai messinesi: espropri, ricadute occupazionali, formazione, tempistiche di realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia ed Europa e comunicazione.

La Stretto di Messina ha messo a disposizione del senatore Germanà tutte le informazioni richieste.

ESPROPRI

“Per quanto concerne gli espropri sul territorio messinese, i fabbricati interessati sono 300, concentrati per lo più nella zona sulla quale insisterà il ponte: contrada Margi e salita Granatari nella zona nord e nella zona sud a Contesse. Area quest’ultima interessata alle opere necessarie alla realizzazione della linea ferrata all’uscita della galleria Santa Cecilia, il cui imbocco è previsto proprio a Contesse. I prezzi al metro quadro dei fabbricati da demolire saranno quelli di mercato, cui saranno sommati gli indennizzi nell’ordine medio di 20.000 euro, variabili in funzione del valore dell’immobile.La somma sarà resa immediatamente disponibile al proprietario o alla banca per la quota parte dell’eventuale mutuo o, a discrezione del beneficiario, interamente allo stesso con spostamento del mutuo su altro immobile secondo accordi presi con l’istituto di credito di riferimento.Per quanto riguarda gli altri espropri, attengono a due categorie. Il primo riguarda l’utilizzo temporaneo per area di cantiere (per il quale sarà riconosciuto un canone proporzionale al tempo di utilizzo, tenendo conto che ogni mese varrà un dodicesimo della rendita annua del terreno).In merito agli asservimenti, invece, è previsto il riconoscimento della perdita di valore (es. riduzione del volume edificabile per vincoli di distanza dalle strade o il pagamento della servitù di passaggio di sottoservizi (es. i cavi elettrici). Il tutto, in caso di accordo bonario.Per chi invece presenterà ricorso, la quota parte spettante per legge ai proprietari interessati sarà pagata comunque alla Cassa Depositi e Prestiti e in base all’esito della sentenza saranno riconosciuti a chi di competenza” si legge in una nota del senatore.

POSTI DI LAVORO

“Relativamente all’occupazione, la Stretto di Messina è ragionevolmente certa di poter recepire le indicazioni di impiego di buona parte di personale locale o di origine messinese, che coglierà la palla al balzo della costruzione del ponte per rientrare nella città d’origine”.

FORMAZIONE

“Per quanto riguarda la formazione, la SdM sta lavorando all’attivazione di corsi per il personale che costruirà le grandi opere sui territori di Messina e Reggio Calabria”.

TEMPISTICHE

“Il momento dirimente sarà l’approvazione del CIPESS entro l’estate e il conseguente avvio dei lavori di cantierizzazione e monitoraggio delle aree di cantiere. I primi lavori riguarderanno le opere stradali e ferroviarie di raccordo con il ponte e dovrebbero durare complessivamente 7 anni. La costruzione vera e propria del ponte sullo Stretto inizierà entro la fine del 2025”.

COMUNICAZIONE

“Su questo punto così importante il senatore Germanà ha esplicitamente richiesto un maggiore coinvolgimento del territorio e dei media locali e nazionali nella diffusione dei cronoprogrammi dei lavori e delle notizie relative ai benefici, ai disagi e alle modalità di superamento di questi ultimi”.

“Su tutti questi punti così fondamentali ho ottenuto garanzie ben precise da parte del dottor Ciucci e dell’ingegner Mele – ha commentato Germanà al termine dell’incontro – Stiamo per entrare nella fase decisiva di avvio dei lavori: i disagi saranno inevitabili e ci aspettano momenti sia duri che entusiasmanti, man mano che l’intero progetto, compresi i raccordi ferroviari e stradali, andrà avanti. L’importante è guardare all’obiettivo finale, che porterà solo benefici alla nostra terra”.

Docenti si mobilitano contro il Ponte

Nel frattempo, centinaia di docenti, dalla scuola dell’infanzia all’università, in servizio e in pensione, delle due sponde dello Stretto e da varie parti d’Italia, lanciano un appello per la salvaguardia del territorio, dichiarando la propria contrarietà assoluta al progetto, che considerano devastante, del ponte sullo Stretto.

È convocata per sabato 13 aprile alle ore 10.30 una conferenza stampa/assemblea pubblica aperta a insegnanti, studenti e cittadinanza tutta presso la Saletta Fasola (Visconti) in via S.Filippo Bianchi, 30 – Messina. A seguire il testo integrale dell’appello (sottoscrizioni ancora aperte) e le adesioni pervenute in pochi giorni.

È questo l’appello delle/dei docenti contro il ponte sullo Stretto e per la salvaguardia del territorio:

“La Storia chiede, ogni giorno, la parola e l’azione di ciascuno di noi. Consapevoli che il compito di educare nulla abbia a che vedere con l’addestramento, e che, al contrario, significhi “tirar fuori ciò che è dentro” affinché fiorisca e sparga semi nel mondo e per il mondo, noi docenti non possiamo tacere di fronte alla violenza dei modelli di sviluppo che ci vengono imposti. Il modo in cui interpretiamo il nostro ruolo è quello di sostenere i nostri studenti e le nostre studentesse nel leggere e affrontare la complessità, stimolando il pensiero critico; di accompagnarli in quel processo di crescita e di formazione affinché diventino persone capaci di incidere creativamente sui processi sociali; di incoraggiare sogni, condividere valori e ideali favorendo il senso della comunità, nel rispetto reciproco, nella tolleranza e nella solidarietà. Coerentemente con tutto questo, sentiamo il dovere etico di esprimere la nostra radicale contrarietà al progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Le ragioni sono molteplici: noi educhiamo ai valori della democrazia, fondata sulla sovranità popolare, ma stiamo subendo una decisione dall’alto che non tiene conto della voce dei cittadini che abitano i territori coinvolti; noi ogni giorno subiamo, insieme alle nostre studentesse e ai nostri studenti, le carenze di un sistema che poco o nulla investe sui diritti fondamentali come l’istruzione, la sanità, la cultura, il lavoro, la casa, e assistiamo sgomenti a scelte scellerate di investimento su opere inutili se non addirittura – come nel caso del ponte – dannose; noi ogni giorno subiamo, insieme a loro, il disagio di trasporti inefficienti e infrastrutture drammaticamente carenti, e non comprendiamo come sia possibile concepire un impiego così massiccio di risorse pubbliche per una cattedrale nel deserto, la cui costruzione richiederebbe per anni lo smantellamento di un’intera area dello Stretto ridotta a cantiere aperto; noi ci confrontiamo con i traumi e le paure di città ferite da terremoti e alluvioni, in cui altissimo è il rischio sismico e di dissesto idrogeologico, e gruppi di potere, con colpevole irresponsabilità, vogliono impiantare sul nostro territorio fragile un’ulteriore “bomba a orologeria”; noi raccontiamo le lotte per i diritti dei lavoratori, e le nostre allieve e i nostri allievi subiscono, anche all’interno della scuola e dell’università, l’inganno di promesse di lavoro che fanno leva sul bisogno e che in realtà riproducono un sistema fondato sul precariato e lo sfruttamento; noi spieghiamo gli effetti nefasti di un progresso tecnico assunto come fine e non come mezzo, e ci troviamo di fronte al rischio di un’opera che si rivelerebbe devastante per il territorio e per il suo ecosistema e che, inoltre – a dispetto della retorica che l’ammanta – presenta incongruenze e lacune significative, dal momento che i tanti nodi venuti al pettine con le prescrizioni e le raccomandazioni non hanno trovato soluzione, rendendo legittimi i dubbi sulla sua effettiva realizzabilità e spalancando la prospettiva di un’ennesima mostruosa opera incompiuta; noi educhiamo ai valori della bellezza e della cultura, mentre il ponte rappresenterebbe l’emblema di un approccio predatorio a luoghi densi di mito, di poesia e di storia, che costituiscono da sempre la nostra identità. Pertanto facciamo appello a tutta la comunità educante affinché ci si assuma la responsabilità di denunciare e impedire non solo la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, ma anche e primariamente l’avvio dei cantieri, e chiediamo l’apertura dei luoghi dell’istruzione e della cultura al dibattito, per non assistere passivamente alla trasformazione dei nostri spazi e delle nostre vite”.

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