Il grande tepore del week end appena trascorso ha illuso molto estatofili, innescando la ferrea convinzione che la bella stagione fosse in rampa di lancio e ben avviata. Ma così non è. Anzi, siamo ben lungi dal ravvisare una stabilità coriacea e assodata.
Cosa sta succedendo? Semplicissimo. L’anticiclone delle Azzorre si è decentrato sulla penisola iberica, ponendo il suo vertice ascendente sul golfo di Guascogna. Suddetta uscita di scena dell’hp dal bacino centrale del Mediterraneo inaugurerà pronunciati scambi meridionali, rei di una netta destrutturazione di un malconcio vortice polare. Questo, in pessimo stato di dissesto, perderà ineluttabilmente i suoi pezzi (lobi), uno dei quali dilagherà per gran parte dell’Europa centro/orientale. Suddetta decomposizione darà adito a una ficcante retrogressione, che porrà in essere l’innesto di sbuffi freddi d’estrazione continentale, in interazione con un Tirreno meridionale non più freddo (16.8° in superficie). Lo sfondamento di questa rimescolante massa di aria di origine Groenlandese scalzerà lo strato temperato vigente fino a mercoledi, innescando un debole vortice depressionario, in traslazione verso lo Ionio Pugliese.
L’entità dell’afflusso continente sarà davvero ragguardevole, poiché a 850 hpa irromperà una frizzante +1, mentre a 500 hpa ritroveremo una -28 accompagnata da una fredda -40 a 400 hpa. I contrasti termici con l’ambiente termodinamico attuale non saranno particolarmente marcati. Tuttavia, i bassi geopotenxiali e una ottima avvezione di aria umida a 500 hpa favoriranno la riproduzione di numerosi cumulonembi in aria fredda, che il getto settentrionale (N-NW) condurrà sulla costa tirrenica e a monte, in qualche frangente anche sulla città dello Stretto, che vedrà l’estromissione convettiva in serata.
Il minimo depressionario sarà inizialmente allocato sulla costa della Basilicata, in traslazione ionica dalle 15. Con questo quadro ben delineato, le condizioni meteorologiche evidenzieranno una spiccata instabilità, con contrasti termici non accesi fra le termiche a 500 hpa e 850 hpa. Il cielo spazierà dall’irregolarmente nuvoloso a parzialmente coperto, con congesti e cumulonembi arrembanti, che seppur a intervalli, si proiettaranno a più riprese sulla costa tirrenica maggiormente esposta e a metà giornata anche sullo Stretto di Messina.
Alcune di queste manifestazioni convettive assumeranno localmente carattere temporalesco e/o grandinigeno, con apporti complessivi dell’ordine di 15-20 mm e 30-40 mm a monte. Anche Messina sarà inserita in questa erogazione piovosa, ma senza alcun fenomeno estremo. Il messinese ionico da Roccalumera in giù potrebbe sovente risultare in ombra pluviometrica. I venti spireranno con forza da maestrale (NW) con sostenute raffiche anabatiche non superiori ai 70 km/h sul Tirreno. Attenzione invece sul crinale dei Peloritani, poiché i venti di caduta risulteranno turbinosi, toccando picchi eolici di ben 110 km/h dal pomeriggio. Scarso gradiente orizzontale sul Tirreno che provocherà una moderata mareggiata tutt’altro che sensazionale, con onde di mare vivo di circa 2 metri. Lo Stretto di Messina si presenterà quasi calmo.
La temperatura è prevista in ulteriore discesa, con massime al livello del mare prossime ai 13°, con il wind chill da non sottovalutare. Si andrà ovunque sotto media di almeno 12°, con quota neve prossima ai 1300-1400 metri. Una giornata pienamente invernale in pieno Aprile. Scherzetti di una bizzosa primavera del tutto inaffidabile. Le tendenze del tempo a medio termine prefigurano un miglioramento nel corso del weekend. Nuvolosità irregolare avvettiva e qualche schiarita, in un contesto di prepo variabilità positiva. Ma nessun anticiclone stipulerà contratti stabilizzanti con un Mediterraneo preda di reiterate retrogressioni. Il vortice polare è piuttosto malandato.
Alessio Campobello