Cateno De Luca sta lottando come un leone in gabbia, costretto a rimanere in ospedale, dove sta curando una polmonite, e lo fa lanciando il suo “anatema” contro gli assessori comunali e i “nominati” alle Partecipate comunali.

Si rivolge agli eretici, quelli che di giorno scodinzolano e di notte flirtano con altri. E’ rabbioso il leader di “Sud chiama Nord” perché avverte che la valanga sta per travolgerlo inesorabilmente. Gli ultimi dati dei sondaggi sulle intenzioni di voto sono impietosi, benché in leggera crescita, e questo fa da preludio a quella potrebbe configurarsi come una disfatta politica alle imminenti europee.

Lo stato di salute di Cateno De Luca non l’aiuta di certo, la sua uscita di scena dall’agone della politica è qualcosa di devastante per un Movimento che regge sulle gambe del suo leader. I prossimi sondaggi potrebbero ricacciare il movimento sotto la soglia dell’1% e lo spettro dello zero virgola si fa concreto senza un cambio di rotta.

Oggi Cateno De Luca ha inteso mettere tutti in discussione, a cominciare da chi amministra la città di Messina: “Si devono dimettere tutti” ha tuonato con il sindaco Federico Basile. Vedremo cosa accadrà.

E’ certo che il movimento con la malattia di De Luca ha subito un calo di consensi che non è solo figlio dell’immobilismo di assessori e “nominati”. E’ figlio di scelte impopolari e di un’azione politico-amministrativa un po’ azzardata. La popolarità del “clan-De Luca” in città è scesa ai minimi storici e lo si percepisce dal giudizio della gente comune.

Il tempo delle promesse e delle aspettative è stato soppiantato dal tempo delle risposte.

Un’ultima notazione riguarda gli eventi tenutisi recentemente a Taormina e Fiumedinisi, dove De Luca ha percepito, benché a distanza, un preoccupante scollamento all’interno del movimento.