Il sindaco di Messina, Federico Basile, è diventato il bersaglio preferito dall’opposizione politica cittadina. Un tempo minoranza, oggi diventata maggioranza vista la “grande fuga” dal movimento che fa riferimento al leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca.
I “traditori seriali” adesso rumoreggiano e in maniera trasversale non trascorre giorno senza un attacco diretto al sindaco di Messina, il quale per “causa di forza maggiore” – si prende generalmente 24 ore – non riesce a rispondere tempestivamente.
Il Pd lo ha letteralmente massacrato, definendolo di fatto un fantoccio di Cateno De Luca, con attacchi provenienti dalla direzione provinciale dei Dem e da qualche parlamentare.
Oggi è il turno di Dafne Musolino, ex assessore della giunta-De Luca, la quale dal suo nuovo pulpito di Italia dei Valori, definisce fallimentare l’azione amministrativa di Federico Basile, il quale a suo dire non sarebbe stato in grado di fare oltre il semplice compitino lasciato dal suo leader. Tant’è, a detta della Musolino, la nuova amministrazione non è stata in grado di attrarre nuovi finanziamenti dall’Europa, mentre quelli esitati verrebbero spesi male. Vedi il caso dell’I-Hub che, alla luce della riforma delle Zes, non è più attuale.
Federico Basile è diventato quindi un bersaglio troppo facile, una sorta di ventre molle del gruppo di Cateno De Luca, contro il quale si stanno scagliando i fendenti di un’opposizione che si fa sempre più minacciosa.
In tutto questo, ci sono le repliche a volte “sguaiate” di personaggetti dal pedigree politico variopinto che, in nome e per conto di Sud chiama Nord, impartiscono lezioncine di politiche e, soprattutto, di coerenza. Quella che a loro manca perché politicamente hanno attraversato tutto l’arco costituzionale prima di approdare alla corte di Cateno De Luca. Gente che alla prima “negativa” è pronta a indossare una nuova casacca.