Nonostante le parole di rassicurazione da parte dell’amministrazione comunale, la crisi idrica a Messina non accenna a migliorare. Intere zone della città non vengono adeguatamente servite e ricevono acqua per poche ore, o per nulla. Il Centro operativo comunale di Protezione civile riceve tantissime telefonate e qualcuno, tra gli utenti, spiega che non sempre si riceve risposta.
Recentemente, il sindaco di Messina Federico Basile ha preso parte ad alcune riunioni con la prefetta Cosima Di Stani in prefettura, da lui sollecitate, e ad un sopralluogo a Fiumefreddo per valutare la possibilità di aumentare la quantità d’acqua per uso idro-potabile da aggiungere a quella che attualmente deriva dal sistema di pozzi e gallerie “Bufardo” e dai Comuni di Mascali, Calatabiano e Fiumefreddo nel catanese.
Da una segnalazione che riguarda le zone adiacenti Piazza del Popolo, abbiamo ricostruito il calvario di una famiglia che vive al terzo piano, dove l’acqua ha difficoltà ad arrivare a causa della pressione, e quindi solo i piani più bassi sono regolarmente serviti.
Fino a qualche settimana fa denunciavano che i serbatoi risultavano vuoti e veniva erogata l’acqua soltanto per due ore il lunedì e il giovedì. Avevano valutato di abbandonare la casa, ma per fortuna, grazie anche all’intervento della stampa, qualcosa si è mosso e la situazione è migliorata.
“Al COC non rispondono e comunque non avrebbero cosa dire, con la beffa di pagare un servizio essenziale a vuoto” denunciano.
Adesso va un po’ meglio, l’acqua arriva ogni giorno per due o tre ore, ed almeno consente di prendere precauzioni e fare provviste.
“Avrebbero dovuto avvertirci, dirci quando l’acqua sarebbe arrivata e quando sarebbe mancata. Nessuno ci ha dato indicazioni. Avremmo potuto gestire meglio la situazione. Una gestione pessima da parte dell’amministrazione” si sfogano.
Situazione critica ancora in alcune zone vicino al Viale San Martino, come in Via Maddalena, dove da giovedì non arriva acqua. Ci viene detto che sono diverse le zone del centro che da giovedì ad oggi sono a secco.
Uno dei problemi che aggravano la situazione è il fatto che ci sono pochi mezzi per rifornire d’acqua le zone in difficoltà. Sono disponibili soltanto quattro autobotti e tra i due o quattro moduli antincendio della Protezione civile, utilizzabili a seconda delle disponibilità. Si tratta di un numero esiguo, se si pensa che le richieste giornaliere sono di circa 50/60 autobotti. Si rende necessario dunque il reperimento di più mezzi, considerando che in caso di incendi i moduli della protezione civile risultano impegnati altrove.
Michele Bruno.