Emergono nuovi sviluppi nell’indagine sull’attività dell’ASP di Messina e le presunte pressioni politiche, caratterizzata finora da un lungo e complesso iter a causa delle diverse valutazioni tra Procura, Gip e Tribunale del riesame. Tra i nuovi indagati figura Ruggero Razza, ex assessore regionale siciliano alla Salute, accusato di “Induzione indebita a dare o promettere utilità” ai sensi dell’articolo 319 quater del codice penale. A riportare il fatto è Gazzetta del Sud.
La notizia proviene da un nuovo atto di conclusione delle indagini preliminari, notificato a cinque indagati, firmato dalla pm Roberta La Speme e controfirmato dal procuratore vicario Rosa Raffa. Questo documento sostituisce un precedente atto della Procura notificato a gennaio, che includeva dieci indagati. La pm spiega che il nuovo atto sostituisce integralmente quello emesso il 21 gennaio 2024, suggerendo che per i cinque indagati non inclusi nel nuovo atto si sia proceduto a uno stralcio delle posizioni, probabilmente in vista di un’archiviazione.
L’indagine su Razza riguarda nomine all’interno dell’ASP di Messina risalenti al 2021. Secondo l’accusa, Razza, abusando del suo ruolo di assessore regionale alla Sanità, avrebbe indotto Bernardo Alagna, all’epoca direttore generale facente funzione e successivamente nominato commissario straordinario dell’ASP 5 di Messina, a promettere la nomina di Domenico Sindoni come direttore sanitario dell’ASP 5, in cambio della sua stessa nomina.
Oltre a Razza, sono indagati anche Bernardo Alagna, per ipotesi di corruzione, il parlamentare di Forza Italia Tommaso Calderone e il suo segretario particolare Alessio Arlotta, accusati di essere i presunti “corruttori” di Alagna, e infine il dottor Domenico Sammataro, già indagato per presunta truffa relativa alle ore lavorative presso l’ASP durante l’emergenza Covid-19.