“Non vorrei sembrare proprio io il guastafeste dopo il gioioso momento vissuto in casa della Messina social city ieri con la stabilizzazione di 133 unità (traguardo per il quale esprimo chiaramente grande soddisfazione dopo peraltro averlo sollecitato e fatto diventare nei mesi scorsi tema principale in seno alla Commissione servizi sociali), ma attenzione adesso che non si creino delle situazioni discriminanti che possono in qualche modo generare malcontento fra il personale e quindi ripercussioni sui servizi”.
Lo afferma il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha sempre difeso la Messina social city con la sua gestione diretta dei servizi sin da quando è stata fondata, portando avanti anche delle battaglie che non riguardano solo la stabilizzazione, ma anche la trasformazione dall’attuale contratto delle cooperative a cui sono ancora legati i dipendenti dell’Azienda a quello degli enti locali.
Mi riferisco in particolare a due condizioni di cui una è già nota ma per la quale ancora non ci si è ancora attivati pienamente – spiega Gioveni – mentre l’altra è recentissima.
Quella nota – prosegue il consigliere – è la differenza di ore di lavoro che paradossalmente si registra spesso fra il personale storico (a 24 o 27 ore settimanali) e quello nuovo (proveniente dalla long list) quasi sempre inquadrato a 30 o 36 ore settimanali, fatto questo che inevitabilmente, anche nello stesso ambiente di lavoro, genera malcontento fra colleghi, spesso sopito con una compensazione di ore finanziate però con fondi extra bilancio. E su questo aspetto invito ancora una volta il CdA dell’Azienda a non sottovalutare il problema nell’interesse soprattutto dell’efficientamento dei servizi!
La novità recentissima invece – aggiunge l’esponente di FdI – probabilmente frutto anche di queste stabilizzazioni o dell’intenzione della MSC di attingere dalla long list è che sono stati notificati a decine di figure OSA che si occupano di assistenza igienico personale nelle scuole rivolta ai bambini speciali, degli ordini di servizio con i quali si dispone loro, con decorrenza da lunedì 2 settembre, di occuparsi esclusivamente di assistenza domiciliare e non più di questo delicato servizio nelle scuole che evidentemente sarà affidato a nuovi operatori.
Questa disposizione, pur non volendo sindacare sulla gestione interna del personale, non è condivisibile – conclude Gioveni – perché è nota a tutti l’importanza per i bambini speciali, anche e soprattutto sotto l’aspetto emotivo e psicologico, di avere una continuità nella figura che li assiste, per cui chiedo ai vertici aziendali di rivedere questa decisione nell’interesse esclusivo dell’utenza.