Il caso-Saitta imbarazza la comunità accademica messinese

La vicenda-Saitta è una matassa difficile da dipanare. La rettrice Giovanna Spatari, com’è noto, ha respinto le dimissioni rassegnate ieri dal pro-rettore Antonio Saitta, dopo che la Lega ha sollevato il “caso” con una nota del senatore Nino Germanà.

La Rettrice Giovanna Spatari ha respinto le dimissioni di Saitta (archivio)

Una presa di posizione del vertice universitario che è servita poco a spegnere le polemiche (politiche), sul ruolo del docente, notoriamente impegnato politicamente con il PD. Un doppio ruolo che non si addice alla posizione di terzietà dell’Ateneo messinese, marchiato a caldo dalla militanza politica di un proprio docente con un incarico di rilievo.

Il Sen. Nino Germanà ha sollevato il caso-Saitta (archivio)

Posto che non viene messa in discussione l’onestà intellettuale del prof. Antonio Saitta, è opportuno porsi una semplice domanda. Se il docente finito al centro della polemica politica (basta questo per spiegare l’imbarazzo della comunità accademica), fosse stato vicino alle posizioni di centro-destra, cosa sarebbe accaduto?

I docenti (molti) che indossano le casacche dei partiti della sinistra si sarebbero ribellati; mentre i giornali avrebbero creato un “caso-mondiale” dedicando paginate alla questione (politica).

Ecco cosa sarebbe accaduto. Un polverone, o se volete una shit storm (come si dice oggi attraverso l’uso di un inglesismo), che avrebbe macchiato l’immagine di una Università che fatica a mettersi alle spalle qualche recente problemino.

Il fatto stesso che Lega abbia, opportunamente, sollevato il caso (politico), dovrebbe consigliare alla Rettrice di accettare senza esitazione le dimissioni rassegnate da un onesto prof. Antonio Saitta. Ammesso che lo abbia fatto spontaneamente, senza alcuna strategia concordata con la stessa Spatari.

D.G.

Redazione

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