Congresso PD, in pista Hyerace e Russo: decideranno gli iscritti

Michele Bruno

Congresso PD, in pista Hyerace e Russo: decideranno gli iscritti

lunedì 23 Settembre 2024 - 13:27

Si scaldano i motori. Inizia la corsa per la carica di segretario provinciale per il Partito Democratico di Messina. Il Congresso sarà a settembre e ottobre, dunque i contendenti sono già pronti. Hanno il dovere infatti di depositare per tempo le mozioni congressuali. E lo hanno fatto. In pista saranno in due.

Il primo ad ufficializzare la sua candidatura era stato Armando Hyerace, che era stato lanciato dal componente del coordinamento provinciale Domenico Siracusano, che lo appoggerà. Insieme hanno pubblicato una nota congiunta venerdì.

“Il Congresso del Partito Democratico della Provincia di Messina rappresenta una straordinaria opportunità per avviare una nuova stagione e rafforzare una comunità politica di donne e uomini che sappia stare nelle questioni aperte e affrontare nelle contraddizioni del nostro territorio. A partire da chi ha sostenuto l’elezione della Segretaria Nazionale Elly Schlein ma con uno spirito di apertura a tante iscritte e a tanti iscritti che vogliono un partito più forte, più radicato, più organizzato ci siamo messi a servizio di un percorso politico comune. Nessun dualismo dunque, ma un impegno comune per un PD aperto, plurale ed inclusivo che metta al centro i circoli ed una ritrovata militanza, a partire dal pieno coinvolgimento delle ragazze e dei ragazzi. Lavoro, sviluppo sostenibile, salute, diritti per tutte e tutti è questo il perimetro dentro cui possiamo insieme posizionare un partito con una identità chiara e percepibile”.

“Riteniamo che la coesione e l’unità siano fondamentali per il PD – ha chiosato Siracusano – e siamo convinti che la candidatura di Hyerace, che apre e coinvolge un pezzo ampio della comunità democratica, rappresenti il superamento definito di vecchie logiche ed apra lo spazio ad una leadership collettiva dentro la quale tutti potremo agire il nostro protagonismo per dare alla sinistra e al campo progressista una politica rinnovata sempre più vicina ai bisogni delle persone e delle comunità, in città e in provincia”.

“Sono davvero soddisfatto ed entusiasta – aveva concluso invece Hyerace – perché ci sono le condizioni per avviare una fase politica nuova che apra il Partito Democratico ad una prospettiva di crescita e strutturazione declinando localmente l’azione che il partito sta sprigionando a livello nazionale: mi sono messo a disposizione di un percorso condiviso che dà il senso di un rinnovamento capace di valorizzare energie ed esperienze per offrire alla Provincia di Messina un PD all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte”.

Ha invece sciolto le ultime riserve ieri il consigliere comunale Alessandro Russo, volto ormai noto ai cittadini in questi anni di opposizione consiliare alle amministrazioni De Luca e Basile, convinto di poterla spuntare contro il tandem Siracusano Hyerace. Russo vuole puntare su una segreteria composta da giovani under 20 e donne, e soprattutto su volti nuovi. Cita nella sua mozione congressuale le parole della segretaria Elly Schlein: “Siamo qui non per fare una nuova corrente né per tenerci quelle di prima ma per superarle con un’onda di partecipazione, mischiando le nostre storie e mettendole a valore. Aprendo insieme a una stagione nuova”.

La mozione usa “le parole della Schlein proprio per chiarire sin dal principio quale sia la logica della nostra proposta congressuale: il superamento delle appartenenze e delle provenienze di corrente”, viene spiegato.

“La nostra proposta intende chiamare a raccolta le forze del partito e della sua militanza, i suoi giovani, le sue donne, i suoi amministratori e i suoi simpatizzanti nella società chiedendo loro di abbandonare definitivamente la contrapposizione tipica delle correnti congressuali, l’equilibrismo tattico tra le percentuali e le tessere che hanno soffocato irrimediabilmente l’azione politica del partito a livello locale, l’unanimismo ipocrita e acefalo degli organismi transitori caratterizzati dalla stasi, dal silenzio, dalla paura di intervenire sui più importanti temi politici della città metropolitana e del comune capoluogo…”.

“In questo quadro, mentre il partito di fatto si è ridotto ai minimi termini di sopravvivenza, un punto in cui siamo ancora oggi, la più volte invocata unità delle forze è sfumata. – continua la mozione – L’azione politica declinante ha comportato difatti lo scollamento tra la città capoluogo e il territorio: diversi circoli della vasta area metropolitana sono sopravvissuti con mille sacrifici dei militanti locali che dalla Federazione provinciale non ricevevano più né direttive, né coordinamento politico. Una frammentazione territoriale che ha prodotto la sensazione di abbandono di numerosissimi militanti e iscritti, anche storici, che tenevano con molta passione in piedi la proposta politica del partito in posti molto lontani dalla città capoluogo. Molti di questi circoli sono purtroppo spariti nel silenzio generale…”.

“Su Messina capoluogo restano circoli cartacei, senza sede, sulla cui composizione neanche oggi, in fase di congresso, si ha contezza alcuna” denuncia ancora la mozione. “La selezione della classe dirigente, anche a livello provinciale, è passata da un metodo che avrebbe dovuto privilegiare il merito politico, il valore dimostrato sul campo, la capacità personale e politica a un sistema di cooptazione per tessere e percentuali, dove l’unico “merito” da premiare era la vicinanza e la consonanza con un sistema di controllo di potere destinato a preservare sé stesso. Dal merito all’appartenenza, senza alcun riferimento al valore politico e all’impegno dimostrato sul campo della militanza: mentre la base di questo partito attaccava i manifesti la notte, organizzava i banchetti per strada e faceva i volantinaggi, la struttura in maniera auto referenziale trascurava l’impegno di chi stava sul campo e continuava a selezionare volti e persone che avrebbero dovuto assicurare un comodo equilibrio di stasi … A farne le spese, soprattutto i più giovani militanti…”.

Insomma, è un atto di critica aperta la mozione Russo, ma è anche proposta. Il programma della sua eventuale segreteria prevede un impegno per la riorganizzazione e ricostruzione di una comunità e di una organizzazione, una politica del lavoro che ridia dignità e diritti, la difesa del diritto alla salute, la sicurezza del territorio, il sostegno ai comuni più remoti, benessere e assistenza sociale, diritto allo studio, diritti sociali e civili, cultura, contrasto a crimine e mafia, infrastrutture, netta opposizione all’autonomia differenziata e al ponte sullo Stretto, chiara opposizione al deluchismo, una politica fatta dai giovani e per i giovani.

Non potranno restare solo sugli spalti a fare da pubblico i militanti PD messinesi, chiamati a scegliere l’opzione migliore per il prossimo futuro del partito. La corsa coinvolge anche loro, che dovranno scegliere da che parte stare. E uno dei dubbi più cruciali riguarda non un semplice militante. Ci si chiede quale mozione supporterà il deputato regionale Calogero Leanza, ormai uno degli uomini più importanti del partito, a dispetto della giovane età. Si pensava volesse prendersi direttamente il partito, ha scelto di non concorrere. Ma anche lui dovrà schierarsi, a questo punto.

Michele Bruno.

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