Le dimissioni erano attese e, probabilmente, nulla hanno a che vedere con la polemica politica. Dietro la decisione dei componenti del Cda dell’AMAM potrebbe esserci dell’altro: forse un’inchiesta della magistratura che sta frugando fra le carte della Partecipata comunale. Si tratta di un’ipotesi, ovviamente.
Le vicende estive con le inevitabili polemiche per il famigerato baypass dell’acqua in favore del Comune di Taormina, potrebbero avere spinto la magistratura inquirente, sollecitata da qualche esposto, a volerci vedere chiaro.
Il valzer delle dimissioni l’ha aperto l’ormai ex direttore generale dell’AMAM, Piero Donato, il quale ha fatto da apripista per il resto del consiglio di amministrazione.
La difesa d’ufficio del sindaco Federico Basile, il quale ieri sera ha parlato di inquisizione nei confronti dei vertici dell’AMAM, lascia spazio a varie interpretazioni.
Il Cda della Partecipata comunale – a detto del primo cittadino – avrebbe operato bene nella gestione dell’emergenza idrica estiva; peccato che i cittadini la pensino in maniera diametralmente opposta. Quella appena trascorsa è stata un’estate drammatica, forse la peggiore di sempre per la città di Messina.
Intanto, cantano vittoria le opposizioni politiche che avevano chiesto a gran voce le dimissioni massive dei componenti del consiglio di amministrazione dell’AMAM. Tuttavia, rispetto alle pressioni politiche, le motivazioni dell’abbandono potrebbero essere legate ad altro.
Rimaniamo in vigile attesa…