Palazzo Zanca in “fiamme”. Trattasi ovviamente di una metafora per descrivere quello che sta accadendo politicamente nelle segrete stanze della politica comunale.
Il castello politico realizzato da Cateno De Luca con la sua elezione a sindaco di Messina, prodromica alla creazione del suo “Impero“, si sta lentamente sbriciolando.
Il consenso popolare del “gruppo” De Luca ormai è rimasto solo un lontano ricordo: l’azione amministrativa, da quando è stato eletto sindaco Federico Basile, ha creato solo malumori e dissensi. I cittadini sono esausti per le problematiche note, non solo legate all’emergenza idrica della scorsa estate, ma anche alla viabilità rivoluzionata da un assessore come Mondello che sembra averci preso gusto nello sfidare la tenuta nervosa dei messinesi.
Le continue novità viarie, finalizzate solo a frapporre ostacoli (vedi Gravitelli), col solo fine di spingere gli automobilisti a lasciare l’auto in garage (per chi lo ha), gli altri nei posteggi rigorosamente a pagamento, stanno generando un clima di ostilità nei confronti di Palazzo Zanca.
A ciò si aggiunga la pervicacia con la quale Mondello vuole autoritariamente imporre Isole pedonali in zone disparate, cui si aggiungeranno le ZTL, autentico colpo mortale per il commercio cittadino, per disegnare un quadro devastante che avrà conseguenze letali per l’economia cittadina.
E di fronte ai “disastri” di Palazzo Zanca, i cui inquilini sono ripetutamente bersagliati dalle opposizioni, Cateno De Luca se ne sta in religioso silenzio: ha smesso di utilizzare il suo profilo Social come strumento atto ad offendere, forse terrà qualche conferenza stampa in futuro, ma non basta per fare chiarezza.
A ciò si aggiunga lo spettro della magistratura, chiamata in causa da continui esposti, che potrebbe iniziare a scandagliare fra le carte di alcune Partecipate comunali (vedi AMAM), per avere un quadro completo.
Il gruppo “Sud chiama Nord” è sfilacciato, sono iniziate le vendette trasversali (politicamente parlando), le seconde linee incalzano perchè rimaste con il becco all’asciutto. I bancomat della politica (cit. Cateno De Luca), non contengono sufficienti risorse per soddisfare i desiderata di quanti hanno indossato la casacca del “partitino” di De Luca.
Insomma, la casa brucia e c’è da scommettere che gli occupanti di Palazzo Zanca con abbondante anticipo già pensano a confezionare gli effetti personali per un trasloco che potrebbe anche essere anticipato.
In Consiglio comunale, del resto, ci sarebbe la maggioranza per mandare a casa tutti…