Le mosse di Cateno De Luca scuotono il panorama politico siciliano

Michele Bruno

Le mosse di Cateno De Luca scuotono il panorama politico siciliano

lunedì 14 Ottobre 2024 - 15:39

Cateno De Luca, sindaco di Taormina e leader del movimento Sud chiama Nord, sta mettendo in atto un riposizionamento politico che ha generato tensioni e polemiche sia con il centrosinistra che con il centrodestra in Sicilia. Dopo aver flirtato con l’idea di alleanze con il Partito Democratico (PD) e il Movimento 5 Stelle (M5S) all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), creando un’avvicinamento corroborato dalla comune opposizione al Governo Schifani, De Luca ha sorpreso molti con la sua recente apertura al dialogo con il centrodestra. Questa mossa ha sta segnando una rottura significativa con le opposizioni.

De Luca ha espresso la preferenza per un ruolo di “numero due” nella maggioranza, quale che essa sia, piuttosto che rimanere all’opposizione. De Luca mira a raggiungere al più presto il potere e ad incidere, influenzando le scelte del futuro governo regionale. La svolta è stata manifestata recentemente a Palazzo Zanca, durante una conferenza stampa, due giorni fa, alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Messina Federico Basile, del senatore Francesco Gallo, dei deputati regionali Giuseppe Lombardo e Danilo Lo Giudice e di Laura Castelli, presidente del partito deluchiano.

“Sono disponibile a fare il numero due, rinunciando a fare il sindaco di Sicilia, con un centrodestra rinnovato. Ma mai con Musumeci, Schifani e la vecchia politica. Il centrosinistra, invece, ha scelto il suicidio assistito e non mi vuole. La poltrona è un mezzo, mentre il fine è il bene collettivo. Siamo amministratori, incidiamo nelle istituzioni.” ha detto quel giorno.

Inizialmente, sembrava che si fosse creato un certo feeling tra De Luca e le opposizioni di centrosinistra all’ARS, con la possibilità di una collaborazione per contrastare il governo Schifani. Tuttavia, sul piano locale, in particolare a Messina, il PD e il M5S si sono sempre mostrati contrari a un’alleanza con De Luca, giudicandolo un politico populista e imprevedibile, memori anche del ruolo di opposizione avuto dai due partiti in Consiglio Comunale quando Cateno era sindaco della città dello Stretto, e degli insulti più volte subiti. Le leadership locali hanno mantenuto una posizione critica, considerando la vicinanza di De Luca alle logiche di potere poco compatibili con la costruzione di un’alternativa stabile e coerente.

Le reazioni del centrosinistra alla svolta di De Luca sono state immediate. Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del M5S, ha sottolineato che questa scelta consegnerebbe al Movimento 5 Stelle la leadership dell’opposizione.

“Praticamente ci sta consegnando la leadership dell’alternativa a Schifani e Meloni. All’Ars cambia poco, dato che al gruppo di Sud chiama Nord sono rimasti in pochissimi, ma sul piano del campo largo, senza De Luca, possiamo guardare con più apertura a forze come l’Alleanza Verdi e Sinistra”.

Il segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, ha ribadito l’obiettivo di costruire un’alternativa chiara e coerente al governo regionale di centrodestra.

“Il nostro obiettivo resta costruire un’alternativa chiara a Schifani. Per farlo, abbiamo bisogno di un progetto di sviluppo per la Sicilia e di comportamenti coerenti”, ha dichiarato a Repubblica. 

A Messina il PD si è fatto sentire con forza attraverso le parole di Domenico Siracusano, attualmente impegnato nella campagna a sostegno di Armando Hyerace come segretario provinciale del partito, entrambi molto critici verso il sindaco di Taormina, coerentemente, sia adesso che in passato.

In questo contesto di tensioni e riposizionamenti, Ismaele La Vardera, uno dei deputati di spicco di Sud chiama Nord, ha espresso il suo disorientamento per la mancanza di trasparenza nelle decisioni del leader, e proprio mentre scriviamo lascia il partito per andare al Gruppo misto.

Sin dal momento in cui ha sfidato apertamente la linea di De Luca, alcuni giornali siciliani hanno affermato che si prepari a passare al M5S. Quest’ultimo punto è difficile confermarlo, considerate anche le rigide regole dei pentastellati in caso di cambio di casacca. Certo è che oggi La Vardera è libero di guardarsi intorno e cercare una nuova casa politica, vista la sua scelta di lasciare.

“La mia non è una scelta ideologica, sono orgoglioso di essere tra i fondatori di un partito post-ideologico. Non sto né con la destra, né con la sinistra. Ma sui temi siamo lontani dal Governo Schifani, quel Governo siciliano che sostenendo scelte come l’autonomia differenziata sta dimostrando di essere il peggiore di sempre. Come giustifichiamo di fronte ai cittadini che, dopo la nostra opposizione sui fatti concreti, ci siederemo a fianco dei partito che hanno sostenuto Schifani? Le mie battaglie sono note a tutti, posso fregiarmi di essere uno dei deputati più presenti all’Ars. Ringrazio Cateno perché ha riacceso la mia passione per la politica, gli auguro il meglio, cioè di tornare ad essere il guerriero di sempre. Ma le nostre strade sono ormai lontane, andrò al Gruppo misto e farò la mia traversata nel deserto” ha detto poco fa in un video su Facebook.

In tutto ciò Pino Galluzzo, deputato regionale di Fratelli d’Italia, non ha fatto intendere che le porte a De Luca sono spalancate. Anche il centrodestra ha subìto numerosi attacchi dal sindaco di Taormina, dunque Galluzzo prima vuole vederci chiaro. Qui le sue parole.

Tuttavia lo sponsor di De Luca sembra essere molto in alto. Si parla di un incontro tra Arianna Meloni, sorella della Premier, e De Luca. È questo il momento che avrebbe scatenato i ripensamenti pubblici del leader di Sud chiama Nord. Ciò farebbe pensare a discussioni approfondite che avrebbero dato garanzie a De Luca. Di fronte ad un matrimonio nazionale, Galluzzo e i più critici come lui dovrebbero accettare e incassare.

La situazione politica resta in evoluzione, con De Luca che sembra intenzionato a esplorare nuove strade per aumentare il suo peso politico, senza però chiudere definitivamente le porte al centrosinistra. Resta da vedere come si evolveranno le dinamiche in vista delle elezioni regionali del 2025, che non sono poi così lontane.

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