Il Comitato No Ponte Capo Peloro interviene dopo l’ok da parte della Commissione Via Vas al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e rilancia la battaglia contro la grande opera.
“Se c’è chi pensa che dopo il parere della commissione Via Vas la partita sia finita e si possano aprire i cantieri ha fatto male i suoi conti. La decisione della Commissione Via Vas ci lascia sgomenti e ci domandiamo a cosa è servito inserire la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana se poi si esprime parere favorevole ad un’opera ciclopica come il ponte sullo Stretto che impatta pesantemente su territori fragili e ultra vincolati come quelli che si affacciano sullo Stretto di Messina.
Con un “Si e 60 però” la Commissione dà l’impressione di chi non ha avuto il coraggio di dire No all’opera di regime ed ha però poi cercato di recuperare il suo ruolo tecnico scientifico con 60 prescrizioni di peso. Attendiamo comunque di leggere il parere integrale e le 60 prescrizioni, ma le cose che da subito ci colpiscono sono tre:
1) si parla di 60 prescrizioni da osservare “per lo più” nella presentazione del progetto esecutivo. Cosa significa “per lo più”? Che alcune sono da osservare subito prima di presentare il progetto definitivo? E che tempi ci saranno?
2) si legge sulle note stampa che tra le prescrizioni vi sia l’innalzamento del ponte. Quando l’altezza delle torri passò dai circa 387 metri a 399 metri, fu necessario prevedere l’allungamento dei cavi, lo spostamento dei blocchi d’ancoraggio, la modifica strutturale del ponte. Ma quindi bisognerà modificare il progetto? Ed a questo punto non bisognerà rifare la procedura di valutazione d’impatto ambientale?
3) da chi era costituito il gruppo di lavoro istruttorio della pratica Ponte? Secondo indiscrezioni di stampa era costituito da soggetti di chiara militanza nel centrodestra, alterando così la terzietà della commissione. E quanto peso ha avuto nella decisione finale l’inserimento dei 12 nuovi componenti la commissione a pochi giorni dalla decisione?
Riteniamo ci sia materiale sufficiente per aprire nuovi contenziosi tecnici e legali.
Come comitato Noponte Capo Peloro continuiamo la nostra lotta sui territori e dichiariamo da subito lo stato d’agitazione quotidiano e permanente fino a quando questa minaccia non sarà definitivamente allontanata dall’area dello Stretto di Messina. Intanto venerdì 15 Novembre saremo a Roma con una nutrita rappresentanza del comitato per esporre in conferenza stampa il nostro NO deciso al nuovo Vajont.”