Venerdì 29 novembre, nella giornata dello sciopero generale, Cgil e Uil Messina saranno in massa a Palermo per la manifestazione regionale, con lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, i giovani e gli studenti. I due sindacati ricordano i recenti dati diffusi a livello regionale nei quali emerge anche la drammatica realtà messinese: il 70% dei rapporti di lavoro è precario in Sicilia, con salari più bassi della media nazionale. Una lavoratrice o un lavoratore del territorio siciliano guadagna 6 mila euro in meno rispetto alla media italiana e questo ha conseguenze sulle pensioni, tra le più basse d’Italia, e, quindi, sulla vita concreta delle persone. Di fatto 250 mila lavoratori sono al di sotto della soglia della povertà.
“La nostra – affermano i segretari generali della Cgil Messina Pietro Patti e della Uil Messina Ivan Tripodi – è una provincia che si regge sul lavoro povero e precario, dove ci sono fragili condizioni sociali, dove per una sanità pubblica portata allo sfascio da scelte politiche dissennate e scientemente volute, il diritto alla salute per cittadine e cittadini è stato cancellato”.
“Cgil e Uil – dicono Patti e Tripodi – hanno proclamato lo sciopero generale per chiedere l’aumento di salari e pensioni, il rinnovo dei contratti, per tutelare i diritti di cittadine e cittadini, per contrastare con provvedimenti concreti la spinta inflazionistica e per rilanciare il potere d’acquisto di salari e pensioni. Ma anche per sollecitare l’indifferibile urgenza sociale di finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, nonché di investire sulle politiche industriali.”
“Nella sanità – proseguono Pietro Patti e Ivan Tripodi – c’è bisogno di investimenti per fermare l’assurda privatizzazione e l’inaccettabile spoliazione delle strutture sanitarie pubbliche. È, inoltre, necessario costruire con estrema urgenza un piano straordinario di assunzioni di personale medici, infermieri e oss per rilanciare l’offerta sanitaria pubblica in un quadro di tutela e salvaguardia del diritto alla salute per tutti i cittadini”.