Fondi Sviluppo e Coesione 2014-2020: scoppia la polemica

La questione del definanziamento di 104 milioni di euro dei Fondi Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020 scuote la Sicilia e Messina, con un acceso dibattito politico che vede contrapposti il governo regionale, la Città Metropolitana e l’opposizione. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha preso le distanze dall’operato della precedente giunta Musumeci, sottolineando che l’attuale amministrazione, insediatasi nel novembre 2022, non ha avuto il tempo necessario per completare le procedure richieste.


“Il definanziamento riguarda opere che avrebbero dovuto ottenere un’obbligazione giuridicamente vincolante entro il 31 dicembre 2022 – ha spiegato Schifani in una nota –. Una tempistica incompatibile con le possibilità del nuovo governo, entrato in carica solo il 16 novembre di quell’anno”. Tuttavia, ha aggiunto, “l’attuale amministrazione si è adoperata per salvare il possibile, recuperando 12 milioni di euro attraverso l’inserimento di 10 interventi nella nuova programmazione FSC 2021-2027, concordata con il governo nazionale lo scorso maggio”.


Armando Hyerace, segretario provinciale del Partito Democratico, ha puntato il dito contro la gestione del governo regionale e del sindaco metropolitano di Messina, Federico Basile: “Un mix di inefficienza locale e disinteresse del governo centrale – ha dichiarato –. La nostra provincia ha perso 127 milioni di euro, una cifra enorme che avrebbe potuto finanziare asili, scuole, infrastrutture, riqualificazione di aree agricole e opere di interesse storico e turistico”.

Hyerace ha sottolineato che la perdita rappresenta un “primato negativo” per Messina, già in difficoltà, e ha criticato l’amministrazione Basile: “Questa inefficienza smonta la narrazione di efficienza degli ultimi anni. Ora questi fondi finiranno in altre regioni, una storia già vista che non possiamo accettare”.


Federico Basile, sindaco della Città Metropolitana di Messina, ha respinto le accuse, evidenziando i successi della sua amministrazione nella gestione delle risorse. “Non abbiamo mai perso fondi, ma ci è stata negata la possibilità di riprogrammare le risorse, nonostante l’impossibilità di appaltare alcune opere non fosse imputabile alla Città Metropolitana”, ha dichiarato.

Basile ha difeso il lavoro svolto, ricordando a quelli che definisce gli “esperti dell’ultima ora” che “la Città Metropolitana di Messina ha recuperato, grazie al lavoro portato avanti in questi anni, bilanci in ordine e una piena capacità amministrativa.Elementi fondamentali che le hanno permesso di attrarre, programmare e gestire risorse, come dimostrato nella gestione della maggior parte dei fondi disponibili”.

Ed ha sottolineato che “Messina ha utilizzato tutte le risorse destinate a progetti di dimensioni medio-piccole e avviato procedure per opere maggiori, come gli svincoli autostradali”.

“Tali progetti non rientrano nelle competenze della Città Metropolitana – ha precisato –. Nonostante le complessità legate alle procedure di approvazione dei progetti, come le autorizzazioni ambientali (VIA), ci si è mossi tempestivamente per riprogrammare le risorse su opere con obbligazioni giuridicamente vincolanti.

“Tuttavia, nonostante gli impegni formali assunti, non è mai arrivata una risposta dal Ministro Fitto. Sono state presentate, in maniera tempestiva e conforme ai regolamenti per la gestione dei fondi FSC, diverse proposte di riprogrammazione delle risorse, indicando con precisione le destinazioni delle economie derivanti dagli interventi non avviati. È importante sottolineare che tali ritardi non sono in alcun modo imputabili alla Città Metropolitana” ha concluso il sindaco metropolitano.

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