C’era una volta la Fiat che divenne FCA e poi Stellantis fino a evaporare, da Marchionne a Tavares, mentre intanto montava il Vaffa-day e la magistratura diveniva onnipotente fino a condizionare ogni cosa. La politica? Si nascondeva e, quando si manifestava, aveva paura di agire, trovando nel politicamente corretto la via di fuga per sottrarsi alla gogna giudiziaria. Intanto i potenti sindacati smarrivano la via per diventare correnti di partito.
Lavoro, sicurezza, istruzione e sanità elementi costitutivi di uno Stato subiscono una metamorfosi darwiniana sostituiti da un nuovo format: Lgtb, animalismo, ambientalismo, cultura Woke, teoria gender. Tutti si sono piegati a questa nuova filosofia. I libri di testo, i film, i cosiddetti talk show divengono megafono di questa nuova narrazione. Le voci discordanti vengono zittite, additate come arcaiche o più semplicemente fasciste, mentre intanto si apparecchia una legge elettorale che priva i cittadini di scegliere il proprio rappresentante.
La politica trova nella legge elettorale il sussulto della propria sopravvivenza. Leader dai piedi d’argilla, sono tutti d’accordo solo su questo, manifestando poca accortezza e una miopia ingravescente. È il passaporto per esistere. L’ascesa di un personaggio come Giuseppe Conte, salito al soglio pontificio di Palazzo Chigi, è l’emblema della totale evaporazione della politica e spiega il nichilismo morale e culturale in cui versa il Paese. Additato da Zingaretti e Bettini come punto di riferimento dei progressisti, corteggiato da Bersani con profferte amorose da Liala è plastica rappresentazione di un declino inarrestabile, reso comico dalla definizione coniata di progressista indipendente. L’incapacità di affrontare il problema della immigrazione clandestina e il degrado sociale delle periferie è la cartina al tornasole della incapacità della classe politica a risolvere le emergenze più basilari; sarebbe troppo, infatti, chiedere di indicare un orizzonte dei fini a medio termine o resuscitare i principi su cui si è costruito e sviluppato l’Occidente e l’Europa in particolare.
L’afonia politica diviene schiamazzo per aggredire l’avversario politico, soprattutto se lo strumento musicale adoperato è quello giudiziario. Ma mentre la società chiede risposte e pretende soluzioni, il mainstream del politicamente corretto si concentra e filosofeggia sulla lite di potere fra il mago di Oz e l’Elevato. Definire, allora, la politica evaporata è solo cortesia linguistica.
Diego Celi