Provvidenza Grassi morì dopo il primo impatto: ecco le motivazioni della sentenza

Sono state rese note le motivazioni della sentenza dell’11.06.2024 con la quale, la Corte d’Appello di Messina, Seconda Sezione Penale (Presidente dott. Sagone, dott.ssa Orlando, dott.ssa Cannizzaro) ha totalmente ribaltato il verdetto di condanna pronunciato dal Tribunale di Messina, Prima Sezione Penale nel mese di gennaio del 2017 a carico di Gaspare
Sceusa, Letterio Frisone e Maurizio Maria Trainiti per il sinistro stradale, verificatosi nel mese di luglio 2013 lungo la tangenziale Pa-Me in corrispondenza del viadotto Bordonaro ed in occasione del quale perì la giovane Provvidenza Grassi.
A quanto è dato leggere dalle articolate motivazioni, in esito ad una complessa ricostruzione della dinamica del sinistro affidata al Perito Ing. Mangano, si sarebbe rivelato molto probabilmente fatale già il primo impatto che l’autovettura subì a velocità sostenuta contro il muro della Galleria prima di incontrare nella sua traiettoria il terminale di barriera posto a protezione del viadotto Bordonaro e precipitare lungo la scarpata. Infatti, secondo le valutazioni del Collegio, supportate dalla letteratura scientifica richiamata nell’elaborato peritale e dai riscontri medico legali della Dott.ssa Ventura Spagnolo consulente della Procura, detto primo
devastante impatto, avvenuto ad una velocità pari a 105 km/h e senza l’uso delle cinture, avrebbe potuto da solo provocare il decesso della malcapitata con una probabilità pari o superiore al 70% rilevandosi così del tutto ininfluente per la Corte, in linea con l’insegnamento della Suprema Corte
di Cassazione con la nota sentenza “Franzese”, la verifica della collocazione “a norma” del terminale di barriera e la riconducibilità di detta condotta colposa agli imputati nelle rispettive cariche ricoperte in seno al CAS.
Hanno difeso: l’avv. Valter Militi, l’avv. Giuseppe Pustorino, l’avv. Carmelo Galati, l’avv. Luigi Azzarà, l’avv. Giuseppe Lo Presti e l’avv. Francesco Torre.

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