A Reggio Emilia “Un murale per la salute” per abbattere le barriere

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A Reggio Emilia “Un murale per la salute” per abbattere le barriere

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sabato 11 Gennaio 2025 - 16:05
REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Le barriere all’inclusività degli anziani e delle persone fragili non sono solo quelle fisiche, ma sono soprattutto quelle sociali e culturali. Tutte, si possono abbattere. Va scritto su tutti i muri, con il linguaggio universale dell’arte, perchè sia memoria per i cittadini. E’ questo l’obiettivo di ‘Un murale per la salutè, #unmuraleperlasalute, realizzato dall’artista reggiano Davide Ghiacci, promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP, che rappresenta 18 professioni sanitarie dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, e dall’ASP Reggio Emilia – Città delle Persone, che opera a Reggio Emilia nell’organizzazione ed erogazione di servizi socioassistenziali e sociosanitari per persone anziane in stato di non autosufficienza fisica e/o psichica, persone disabili adulte, e si occupa anche della gestione dei servizi per minorenni, sensibilizzando inoltre l’opinione pubblica alla consapevolezza delle difficoltà quotidiane degli anziani, all’importanza di un ambiente inclusivo, favorendo la creazione di un legame tra le professioni sanitarie e la comunità locale.
Il murale, realizzato grazie al coordinamento locale dell’Ordine TSRM e PSTRP di Modena e Reggio Emilia, è stato inaugurato l’11 gennaio su una facciata di Villa Le Mimose di Via Guinizelli 33 a Reggio Emilia. E’ un dipinto ricco di simboli, che vuole evocare quanto ognuno di noi abbia il diritto a essere valorizzato, e che la cura, la prevenzione e l’inclusione sono da favorire attraverso il lavoro sinergico di tutti gli operatori sanitari, dei caregivers, e della comunità tutta. Temi espressi anche nella legge 33/2023, che dà deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.
‘Quello di Reggio Emilia è il secondo murale che realizziamo, il primo lo abbiamo inaugurato in Veneto, a Chioggia. Ma ce ne saranno altri, perchè vogliamo continuare a sensibilizzare i cittadini su quanto i professionisti appartenenti ai nostri Ordini siano in grado di favorire il benessere della persona con difficoltà fisica, psichica o socialè, premette Teresa Calandra, presidente Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP. ‘I cittadini non conoscono ancora tutte le professioni sanitarie che la nostra Istituzione rappresenta. E invece meriterebbero una notorietà diversa. Questo murale vuole ricordare che la differenza sul tema dell’inclusività la possiamo fare solo se lavoriamo insieme, uniti nella stessa direzionè. Il murale rappresenta tante persone, senza una divisa, che stanno cogliendo un frutto. Sono i professionisti sanitari, impegnati ogni giorno insieme ai caregivers per favorire il benessere e la salute della persona, oltrechè l’inclusività nella società. ‘Per noi questo murale è un simbolo, e desideriamo che tutti i cittadini conoscano sempre meglio il lavoro che noi operatori sanitari compiamo in modo sinergico con i colleghi e le famiglie delle persone anziane e fragili. Gli operatori sanitari appartenenti al nostro Ordine sono presenti negli ospedali, nelle strutture del territorio o ancora nelle case delle persone in difficoltà. Si occupano della diagnostica, della riabilitazione, della gestione di strategie comportamentali volte all’autosufficienza, lavorano sulla prevenzione e su tutto ciò che può aiutare l’integrazione nella comunità’, fa eco Massimiliano Contesini, presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Modena e Reggio Emilia. E, continua Mariella Martini, presidente dell’ASP Reggio Emilia – Città delle Persone, che ha messo a disposizione il muro di Villa Le Mimose su cui è dipinto ‘Un murale per la salutè, ‘Tutte queste professioni sanitarie, per noi, sono importantissime. Ogni giorno svolgono un lavoro egregio all’interno delle nostre strutture per anziani e per disabili. Abbiamo accolto con molto entusiasmo l’iniziativa ‘Un murale per la salutè, perchè dà evidenza e valore alle competenze e al ruolo che questi professionisti svolgono ed esercitano tutti i giornì. Inoltre ‘questo murale potrà essere visto da tutta la comunità, perchè è in un luogo strategico della città. Sono convinta che sarà sia una testimonianza di come la bellezza possa sensibilizzare gli animi, ma sarà anche un contributo pratico, che inviterà alla solidarietà. Favorire l’inclusività è un impegno che dovremmo prenderci tutti, iniziando ad abbattere i muri socialì.
Con quali barriere dobbiamo fare i conti ogni giorno? ‘Soprattutto per la persona anziana, sono di tre tipi: fisiche, sociali e psicologiche. Tre tipiche barriere che si vengono a creare quando una persona inizia a perdere la sua autonomia, e iniziano a esserci mancanza di forza fisica, di equilibrio o problemi di coordinamentò, spiega Gianluca Valestri, fisioterapista presso Villa Le Mimose: ‘Il nostro intervento è di tipo riabilitativo, cooperando con le altre professioni sanitarie, ci occupiamo del recupero della forza, della coordinazione e dell’equilibrio. E questo dà più sicurezza alla personà.
Questi interventi sono fondamentali per il benessere della persona, ma se la parte sociale non è solida si faranno i conti con pregiudizi, insofferenza, ed esclusione. Per questo, sottolinea Vanda Menon, responsabile del Centro per i disturbi cognitivi e demenze di Carpi, Ausl di Modena, bisogna lavorare sulla prevenzione. ‘La demenza fa perdere non solo la capacità di ricordare, e pensiamo a cosa possa voler dire per un figlio, un parente o un amico non essere riconosciuti dal proprio caro, ma anche tanto altro. Chi, come me, si occupa di queste tematiche, oltre alle terapie a oggi a disposizione, dovrebbe occuparsi di agevolare un legame con il territorio in cui queste persone vivonò. E per farlo, aggiunge l’esperta che ha curato diversi manuali sul tema e ha fatto un TEDx sull’argomento, ‘dobbiamo evitare l’isolamento, che è tra i fattori di rischio per la demenza, e che nel tempo può comportare un impoverimento delle capacità cognitive di molto superiore a quelle che si avrebbero in una realtà dove la parola inclusione, solidarietà e gentilezza siano davvero messe in praticà.
Ma come si fa a far sì che siano davvero messe in pratica? ‘Formazione e partecipazione sono due parole chiavè, continua Menon: ‘Noi abbiamo organizzato corsi di formazione per i farmacisti, che sono tra i punti di riferimento per i cittadini e insieme alle Associazioni familiari organizziamo momenti di inclusività, come passeggiate, o momenti di incontro dove si utilizzano strumenti come l’arte o altre attività che possano fare sentire tutti liberi di esprimersi, senza barriere appuntò. Strumenti indicati anche nella legge 33/2023. Ma non bastano: bisogna sensibilizzare tutti a lavorare sulla prevenzione. ‘E deve iniziare già nel grembo materno. Oggi i 14 fattori di rischio per la demenza sono noti e sono: il fumo, la presenza di colesterolo cattivo già in giovane età, compromissione della salute della vista, basso livello di istruzione, perdita dell’udito, ipertensione, abuso di alcol, obesità, depressione, inattività fisica, diabete, trauma cranico, inquinamento e isolamento sociale. Tutti questi fattori sono noti e pubblicati in studi scientifici, conoscendoli e lavorando sull’educazione e sulla sensibilizzazione delle persone, si può fare molto per evitare che i numeri delle demenze aumentinò, aggiunge Vanda Menon.
La socialità delle persone anziane e fragili è un aspetto importante, ma va fatta educazione ai cittadini: ‘Che le persone con disturbi cognitivi stiano in mezzo agli altri, socializzino, e che possano avere una vita stimolante è un fattore che dovremmo incentivare, con azioni educative a tutta la cittadinanzà, rimarca Morena Pellati, Direttore di distretto e Direttore di S.C. Programma Anziani e Fragilità dell’AUSL di Reggio Emilia. E di nuovo, di questi atti se ne fa menzione anche nella Legge 33/2023, dove al Capo II, articolo 3 comma 2 si legge di ‘promozione di programmi e di percorsi integrati volti a contrastare l’isolamento, la marginalizzazione, l’esclusione sociale e civile, la deprivazione relazionale e affettiva delle persone anzianè. ‘Si dovrà lavorare sul concetto di residenzialità e di territorialità in modo ampio e concreto, prevedendo azioni mirate all’integrazione e all’inclusione delle persone anziane e fragili. Ci stiamo lavorandò, fa sapere Pellati.
La legge 33/2023 evidenzia anche quanto sia importante la multidisciplinarietà tra gli esperti: ‘E’ fondamentale che la cittadinanza comprenda l’importanza del lavoro svolto da noi professionisti sanitari. Insieme a familiari, cittadini, e l’intera comunità dobbiamo intraprendere azioni concrete per sostenere le persone più fragili e in difficoltà. Ognuno di noi può essere parte attiva nel processo di inclusione, anche con piccoli cambiamenti nell’agire. Bisogna abbattere il muro dell’indifferenza e aprire le porte alla disponibilità, diventando davvero parte di una comunità che invecchia e che porta valore in ogni fase della vita. Abbiamo scelto simbolicamente un muro, su cui è stato realizzato un dipinto, come memoria presente e futura per i cittadini, proprio per sottolineare questi due aspetti fondamentalì, afferma Margherita Schiavi, terapista occupazionale e membro dell’Ordine TSRM PSTRP.
‘Da quando ho incontrato la disabilità e la fragilità, non posso non pensare anche a termini come bellezza, profondità, rispetto e sensò, afferma Annalisa Rabitti, Assessora alla Cura delle persone, con deleghe a politiche sociali, Sostegno alle famiglie, Politiche per la casa, Città senza barriere, Pari opportunità. ‘La bellezza, nel senso più ampio che questo concetto ci permette di immaginare, nella vita delle persone fragili è un potente mezzo di innovazione. L’incontro tra fragilità ed arte è generativo di nuove opportunità e di inclusione sociale. tutto questo ha un senso molto profondo. Credo che la bellezza debba essere un diritto: bisognerà lavorare sul pregiudizio che ancora risiede in chi crede che il bello sia superfluo, non lo è. Quando pensiamo e lavoriamo sull’inclusione non dobbiamo farlo a senso unico, perchè fragili lo siamo tutti. Incontrare la fragilità di ognuno, e raccontarla, ci fa diventare più forti. La mia idea è quella di portare le persone fragili al centro e non tenerle ai margini della progettazione. Iniziative come queste sono perciò molto importanti, perchè ci aiutano ad aprire i luoghi: fanno bene a noi e al mondo. E vanno valorizzate, non solo nel giorno dell’inaugurazionè, conclude l’Assessora.
Hanno dato il loro sostegno all’evento il Ministro della salute, Orazio Schillaci, la Ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli, la cantante Orietta Berti, con un video saluto, e la storica band reggiana L’Officina del Battagliero che ha intrattenuto gli ospiti dopo il taglio del nastro davanti al murale.
All’evento di inaugurazione ‘Un murale per la salutè sono stati presenti l’artista Davide Ghiacci che ha sottolineato quanto il linguaggio universale dell’arte possa essere un veicolo per arrivare a tutti, senza limiti; Liliana Cosi, ex ètoile della Scala e direttrice artistica; Simone Burzacchi, atleta della Nazionale italiana maschile di Sitting Volley. Sono stati premiati tre operatori sanitari che hanno partecipato al concorso social ‘Un murale per la salute. L’inclusione possibilè, per sensibilizzare l’inclusione delle persone fragili. I risultati sono visibili sulla pagina IG tsrm_pstrp_more.
-foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
(ITALPRESS).