Il PD contro Basile, “toni trionfalistici, pensi ai problemi reali dei messinesi”

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Il PD contro Basile, “toni trionfalistici, pensi ai problemi reali dei messinesi”

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martedì 14 Gennaio 2025 - 11:29

Dopo un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud da parte del sindaco di Messina Federico Basile, il Partito Democratico non ci sta e risponde. A intervenire pubblicamente sono i segretari dei circoli cittadini da poco eletti con il recente congresso provinciale del partito (Francesco Capria del IV circolo, Antonio Panarello del I circolo, Francesco Carabellò del II circolo, Luigi Mannino del III circolo, Emanuele Paleologo del V circolo, Marco Pignataro del VI circolo) e l’esponente del Partito Democratico Domenico Siracusano, molto vicino al segretario Armando Hyerace.

«Il (ri)trovato affiatamento tra Sud chiama Nord ed il centrodestra si ripercuote, con tutta evidenza, anche sulle scelte dialettiche dei rispettivi esponenti. – scrivono i segretari di circolo – Ed infatti le trionfalistiche dichiarazioni della Presidente del Consiglio e dei suoi Ministri che ci raccontano di un’Italia radiosa e prospera, in piena crescita economica e con un tasso di occupazione mirabolante, fanno il paio, oggi, con le parole altrettanto entusiastiche del Sindaco Basile, che fotografa una situazione della città di Messina a dir poco fiorente e virtuosa.

Ora, nessuno che abbia davvero a cuore questo territorio si augurerebbe mai il perdurare della condizione drammatica (ed apparentemente inesorabile) che Messina vive ormai da troppo tempo ed, anzi, tutti coloro i quali “sognano” ancora di non dover andar via, non possono far altro che desiderare ardentemente che questa città possa finalmente risorgere, sfruttando proficuamente tutte le proprie potenzialità, economiche, geografiche ed umane.

Proprio per questa ragione, però, di tutto c’è bisogno fuorché di mistificazioni. Del tutto eloquente è il dato secondo cui nell’intera prospettazione offerta dal Sindaco non vi sia alcun riferimento alle profonde ferite sociali ed economiche della città di Messina: interi quartieri rimangono ai margini, con servizi inadeguati, disoccupazione dilagante, abbandono scolastico e, non ultima, mancanza di sicurezza. A fronte di grandi progetti infrastrutturali, che appaiono slogan accattivanti, più che realtà concrete, i villaggi periferici, soprattutto della zona sud, continuano nel loro isolamento, vivendo con il terrore costante persino della “pioggia”.

Quanto alla crescita economica, c’è poco da aggiungere e, diversamente, sarebbe frustrante per l’intelligenza dei messinesi. È sufficiente fare un giro tra le vie del centro cittadino per cogliere lo stato di desolazione ferocemente espresso dall’infinità di saracinesche chiuse e di insegne spente. In attesa di questo famoso I-Hub, ci permettiamo piuttosto di ricordare al Sindaco che il Governo nazionale del suo neoamico Schifani ha tagliato fuori Messina dalle politiche industriali. Gli investimenti dei grossi gruppi industriali, quelli sì in grado di generare economia, saranno su Palermo e Catania.

Sarebbe, anzi, interessante sapere se, da Sindaco Metropolitano, stia o meno seguendo le dinamiche che riguardano la transizione ecologica dei poli di Milazzo e Santa Lucia del Mela perché temiamo che, purtroppo, non sarà un concerto a risollevare le sorti di quei territori. Disarmante, se non addirittura offensiva, è poi l’affermazione del Primo Cittadino secondo cui “diversi giovani stanno tornando”.

Lo vada a dire alle centinaia di famiglie messinesi che, giorno dopo giorno, vedono andare via i loro cari alla ricerca di un futuro altrove. I loro “cari” e non solo i loro figli. Perché ormai da Messina vanno via i laureati alla ricerca di un contesto socio-professionale che li valorizzi; vanno via gli artigiani, gli operai, i cuochi, i camerieri, alla ricerca di un tessuto economico che gli consenta di sopravvivere; vanno via intere famiglie, e non certo per un “vezzo”, ma per l’amara necessità di inseguire il lavoro che qui manca o, sempre più spesso, per poter usufruire di quei servizi, persino basilari, che da noi sono assenti.

E sì, l’acqua è uno di quelli. Ed il fatto che lo stucchevole ed improduttivo rimbalzo di responsabilità tra Comune e Regione sia oggi verosimilmente finito (alla luce dell’anzidetta ritrovata armonia tra Sud chiama Nord ed il centrodestra) non significa che sia finita quell’emergenza ed è inaccettabile che il tema venga così palesemente accantonato e bypassato. 

Sarà allora lecito mettere in dubbio la credibilità degli annunciati “Piani Strategici” mentre i cittadini continuano a subire interruzioni nel servizio idrico e non sanno ancora se li aspetti un’altra estate di passione come quella passata? La verità, purtroppo, è che Messina continua oggi a rimanere esclusa dalle dinamiche di sviluppo regionale e nazionale ed è grave che il Sindaco non ne abbia consapevolezza. Sarebbe allora opportuno abbandonare la retorica trionfalistica ed affrontare con determinazione i problemi reali di Messina, mettendo al centro le persone ed il loro benessere. Senza questa presa di coscienza, il rischio è che Messina perda ulteriormente terreno, condannando i suoi cittadini a una condizione di crescente ed ineluttabile marginalità».

«Il Sindaco di Messina, Federico Basile, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta del Sud nella quale traccia un bilancio straordinario della sua esperienza amministrativa, e del suo predecessore.

Secondo Basile “Messina ha trovato la sua rotta”. Non è chiaro a cosa si riferisca. – scrive Siracusano – Se fa riferimento al definitivo approdo della sua forza politica, Sud Chiama Nord, nel porto del centro-destra, con un rapporto privilegiato con Fratelli d’Italia, nessuno stupore. De Luca e suoi sono tornati dove erano sempre stati.La forza ribelle e antipolitica si colloca nel sistema di potere che governa la Sicilia da anni: il bluff è finalmente svelato.

Se fa riferimento alla città, Basile mette in campo una narrazione molto fantasiosa. Al di là di garantire i servizi essenziali (e sulla crisi idrica di qualche mese fa tante domande rimangono senza risposta) e di un costosissimo Natale, la città non ha una prospettiva chiara e nessuna visione dello sviluppo del territorio.La rotta dovrebbe condurre ad una destinazione e invece, da nessun atto amministrativo si può decodificare cosa sarà Messina tra dieci anni.

Quale rapporto con il mare, quale rapporto con il patrimonio ambientale e culturale, quale prospettiva produttiva del contesto metropolitano, anche in relazione alla presenza di una grande Università e di Centri di Ricerca.

La città avrebbe bisogno di aprire un confronto ampio e partecipato, con il coinvolgimento di tutte le forze sociali, per individuare le linee guida di uno sviluppo che torni a fare crescere Messina e a ridurre l’emigrazione, soprattutto giovanile, che a differenza di quanto dice Basile non si è ridotta.

Al PD, al centrosinistra e al civismo progressista, il compito di avviare, uscendo definitivamente dal torpore, un processo politico per immagine un futuro per Messina.Una rotta, che oggi non c’è».

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