Con l’ultima tripletta personale di oggi (per un totale di oltre 250 reti in ventinove anni da giocatore), da attaccante della Saponarese battuta in casa per 3-5 subito dalla Virtus Messina, Salvatore Giunta lascia il calcio giocato a quasi 45 anni (li compirà il 31 maggio). “A inizio stagione ho deciso di appendere le scarpe al chiodo, sia pure con molta tristezza – sottolinea il bomber nativo di Milazzo-. Le mie ginocchia non sono più quelle di una volta e non ho più lo sprint di un tempo, in quanto bisogna fare i conti con la carta d’identità“.
Adesso è per lui il momento dei bilanci e dei ricordi: “Sono contento dei miei quasi 30 anni da giocatore, anche se avrei potuto sfruttare qualche occasione negli anni di gioventù“.
Una carriera nella quale ricorrono di frequente il campo “Gepy Faranda” di Saponara, la Saponarese e l’allenatore Tommaso Venuto, assieme ai quali ha iniziato a giocare a sedici anni per concludere adesso a 44: “Ho iniziato qui per poi passare al Rometta Marea e quindi al Saponara del presidente Fiocco, all’epoca l’altra squadra del paese. Poi ci sono state le stagioni in Promozione con Torregrotta, Roccese, Città di Monforte e Spadaforese. In mezzo altre esperienze tra cui ricordo con piacere quelle con i mister Felice Miceli, Enzo Borelli e Lino De Gaetano“.
E per Giunta resta anche la soddisfazione di essere stimato non solo dai compagni ma anche dagli avversari. Tutti da sempre lo identificano con il soprannome “Schillaci“: al compianto eroe mondiale siciliano lo legano non solo lo stesso nome, ma anche per l’aspetto fisico, le movenze e la fame di gol. “Sono stati i miei amici d’infanzia a darmi questo soprannome. Ai tempi d’Italia 90, a soli dieci anni, mettevo già in difficoltà anche gli avversari più grandi d’età“.
Quello di Totò Giunta non è comunque un addio ma solo un arrivederci al calcio, in quanto avendo conseguito il patentino di Allenatore Uefa B spera di avere qualche chance per intraprendere la carriera da mister. Se ne saprà di più nei prossimi mesi.