Dopo la conferenza stampa dello scorso 22 marzo, tenutasi in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” passa ai fatti: è stato infatti formalizzato un esposto alla Procura della Repubblica per la “situazione inammissibile” in cui versa Messina sul fronte idrico.
La città, ricordano i promotori, da quasi sette mesi è interessata da un’ordinanza sindacale che dichiara l’acqua non potabile.
“Ci lascia sbigottiti – afferma il comitato – il fatto che il sindaco Basile e l’assessore Careri riducano una vicenda così grave a semplice questione burocratica, invece di spiegare il perché di tale assurdità e perché, dopo tanto tempo, non arrivi il parere d’idoneità dell’Asp”.
Anche se tale parere dovesse giungere, sottolineano, “non sarebbe certo retroattivo e non sanerebbe il fatto che per mesi i cittadini hanno avuto acqua non idonea”.
I dati arrivano (in parte), ma non bastano
Nel frattempo, l’iniziativa del comitato ha avuto il merito di “sbloccare miracolosamente” le richieste di accesso agli atti rivolte all’Amam.
“Proprio ieri – fanno sapere – l’azienda ci ha inviato i dati sulla qualità dell’acqua delle fonti di Fiumefreddo e Santissima, ma non possiamo ritenerci soddisfatti: i dati non sono ancora pubblicati sul sito ufficiale, come invece previsto per legge, e le informazioni trasmesse sono parziali, visto che i parametri microbiologici e chimici previsti dalla normativa occupano sei pagine, contro la paginetta e mezza che ci è stata inviata”.
Il comitato ha richiesto un incontro urgente all’Asp, che sarà accompagnato da un sit-in di protesta davanti alla sede dell’azienda sanitaria di via La Farina. L’obiettivo è ottenere un quadro più completo sulla qualità dell’acqua in tutta la rete cittadina, inclusi i pozzi di Briga e i livelli di arsenico nella zona di Contesse.
ARERA risponde: Amam in ritardo con i dati
Il comitato ha ricevuto risposta anche da ARERA, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. L’ente ha confermato che Amam ha trasmesso in ritardo i propri dati, perdendo così la possibilità di accedere a meccanismi di premialità/penalità.
“ARERA – affermano – ci ha inoltre trasmesso gli ultimi dati ricevuti da Amam, da cui emergono criticità già note nella gestione del servizio idrico integrato messinese”.
Nel mirino dell’Autorità anche l’Assemblea Territoriale Idrica dei comuni del messinese, diffidata per non aver inviato i dati richiesti:
“Sembra essere un vizio ricorrente per chi gestisce l’acqua a Messina”, commentano con amarezza dal comitato.
Nuova mobilitazione in arrivo
Il comitato annuncia una nuova fase di mobilitazione:
“Oltre alle interlocuzioni con le autorità competenti, punteremo a coinvolgere tutta la cittadinanza per difendere il diritto fondamentale ad avere l’acqua H24, potabile, pulita e pubblica!”.
L’obiettivo resta quello di fare pressione sulle istituzioni locali e regionali affinché venga garantita trasparenza, sicurezza e accessibilità al bene più prezioso.